27 nov 2018

Senza perdere la faccia.

Senza perdere la faccia il governo italiano rimetterà mano al Def (Documento di economia e finanza) per l'anno 2019 non solo perché lo chiede l'Unione Europea ma perché è obiettivamente squilibrato per la pochezza degli investimenti atti a stimolare l'economia e la produzione di beni di qualità, e la  quantità di risorse destinate a quanti sarebbero in grado di guadagnarsele se avessero un lavoro.

Il tutto aumentando il già cospicuo debito pubblico (132% del Pil) con la speranza che, in grazia di non si sa bene cosa, l'economia si riprenda e le cose si sistemino.

Si ragionerà quindi con l'Unione Europea trovando una strada per incentivare e preparare i giovani con competenze richieste dalle aziende, e consentire agli anziani di godere dell'agognata pensione; magari facendo tesoro dei suggerimenti del presidente dell'INPS Boeri in modo che tutto sia compatibile con l'impegnativa situazione in cui ci troviamo.

Circa lo “spread” da settimane superiore a 300 punti, ci costa qualche miliardo di euro in più all'anno per pagare gli interessi sul debito. Sempre che gli investitori ed i risparmiatori ora riluttanti, riprendano ad acquistare i Btp (Buoni del tesoro pluriennali) con i quali l'Italia si finanzia.

Ma non si potrà continuare a lungo così.

L'unica leva di cui disponiamo è la fiducia per rassicurare gli acquirenti dei titoli di Stato che non diventeranno carta straccia.

Ma per meritarci questa fiducia il Governo deve agire in modo chiaro ed unitario con un programma credibile attuabile nel tempo; e non continuare come adesso a praticare stucchevoli, infidi e spesso inconcludenti “do ut des” tra le due componenti  che lo costituiscono: M5S e Lega.

Per realizzare questo cambio di passo del Governo il tempo stringe.

Del resto l'alternativa sarebbero le non auspicabili elezioni anticipate per manifesta incapacità ad adempiere quanto compete, con “disciplina ed onore”.

Il Partito Democratico nuovo come protagonista che risorge dalle proprie ceneri ? Per certo la buona politica se ne gioverebbe non solo nell'attuale ruolo di pungolo costruttivo dall'opposizione in Parlamento. Prefiggendosi di conquistare e riconquistare la fiducia di quanti avvertono necessaria una presenza responsabile con cui dialogare per la soluzione dei problemi sui quali ci si arrovella.

Vediamo intanto gli esiti delle prossime primarie per eleggere il Segretario Nazionale e del Congresso che seguirà. Sarebbe già un ottimo segnale se tutto ciò avesse luogo con gambe in spalla, olio di gomito e spremuta di meningi generosamente collaboranti al servizio del Paese.

Che raramente ha avuto bisogno come adesso del meglio che si riesce a mettere in campo per farcela.

Insieme a quant'altri di buona volontà.

 

21 nov 2018

Sigmund Freud.

Lei e lui entrambi di origine contadina e da tempo amici ed in confidenza Già avanti negli anni lui, molto meno lei. Si sentono al telefono dopo un po’ dall'ultima volta e si aggiornano raccontando di sé e di altri.

Estraggo dal loro dialogo quanto segue.

La salute, il tempo, gli impegni nella quotidianità e quelli di più lungo periodo con le incertezze della situazione in atto non solo in Italia. L'ospitalità tra conoscenti che vede primeggiare la gente del sud piacevolmente ridondante nei confronti del nord parco ed essenziale.

Infatti al sud ci si mobilita all'arrivo degli ospiti e tale rimane fino al commiato con forma e sostanza d'eccellenza, visite a luoghi da sogno, presenza di persone terze e dissertazioni stimolanti, il meglio dei cibi, attenzioni altre a non finire.

Il nord accoglie con piacere inserendo la presenza degli ospiti nell'ordinaria quotidianità senza dedicarvisi in particolare, dando loro modo di scegliere quanto preferiscono. Convivialità ineccepibile, conoscenza della parentela che aveva motivato il viaggio solo ai saluti per il gradito soggiorno, quando non ci speravano più.

La mamma di lei vive tuttora in campagna e deve sottoporsi ad esami clinici che non gradisce, tanto da dimenticarsene. Lei per superare la sua ritrosia ha affettuosamente insistito fino a citare Sigmund Freud scopritore della rimozione, dimenticanza indotta delle cose che non piacciono.

Ma come fa questo signor Freud a dire questo di me se non ci siamo mai visti? È la candida domanda-risposta della mamma.

Gioia e commozione di lei all'annuncio della sua unica figlia che presto diventerà nonna per la prima volta. Nonna nel Mondo globale con Parigi luogo natale.

Infine alla domanda dell'amico perché lei sia tuttora "single" dopo la prematura morte dell'amato coniuge, pronta, serena e perentoria la risposta: ho sofferto indicibilmente da non potere nemmeno immaginare una replica.

19 nov 2018

Dirsi le cose che non vanno.

La Regione Valle D'Aosta ha poco meno di 120.000 abitanti con buon reddito medio e notevole qualità di vita.

Recentemente una giovane mamma valdostana, infermiera in ospedale s'è suicidata dopo avere ucciso i suoi due figli, lasciando una lettera in cui rimprovera il marito di averla resa infelice. Secondo gli abitanti del piccolo luogo di residenza niente lasciava presagire una cosa simile.

La ferale dolorosa notizia induce a riflettere su cosa può avere indotto una persona normale a maturare un gesto così estremo, irreversibile senza che familiari, parenti, amici, conoscenti si accorgessero del rovello che la tormentava.

Da papà mi chiedo cosa può avere indotto lei a ritenere che la colpa di suo marito richiedesse una pena immensa come essere l'unico sopravvissuto dell'intera famiglia distrutta.

Da veterani di matrimonio mia moglie ed io abbiamo scavato nel nostro vissuto alla ricerca di elementi utili per capire; non considerando eventuali patologie che possono avere alterato la volontà.

È emerso il seguente vademecum:

- dirsi le cose che non vanno anche se richiedono di manifestare limiti e debolezze proprie;

- quanto si desidera per sé dall'altra persona deve trovare la propria disponibilità a fare altrettanto;

- aiutarsi ad investire nello sviluppo di entrambe le personalità e manifestarle nei rapporti che s'intrattengono senza mirare a supremazie;

- l'intesa sessuale è importante e ciascuno deve potervi trarre quanto desidera, l'abitudine e la routine sono da evitare;

- la fedeltà sostanziale e la dedizione reciproca sono ambite, alimentano l'autostima, aiutano a dare il meglio di sé per il bene proprio e l'altrui;

- la felicità riguarda la vita di coppia ed i rapporti che la medesima ed i singoli soggetti intrattengono;

- entrambi i membri della coppia possono essere felici, ciascuno a modo proprio.

Il venire meno di alcune modalità sopraccennate può avere contribuito a creare le condizioni che hanno portato al drammatico irreparabile epilogo.

 

15 nov 2018

O la va o la spacca.

Dai mezzi di comunicazione: giornali, tv e quelli informatici più sofisticati si evince che a sostenere la linea del muro contro muro nei confronti dell'Unione Europea sul nostro Def (Documento di economia e finanza ) per l'anno 2019, sarebbero rimasti i due vicepresidenti del Consiglio nonché ministri e leader rispettivamente del M5S e della Lega.

E questo perché nella campagna elettorale delle elezioni 4 marzo 2018 avrebbero fatto promesse che intendono mantenere. Anche se contravvengono a norme dell'Unione Europea per quanto attiene iniziative che fanno aumentare il già rilevante debito pubblico (132% del Pil).

Si tratta di problema risolubile inserendo nel Def il possibile di quanto desiderato e promesso, rinviando il resto a quando saranno concretamente disponibili le relative risorse.

I due vice si sarebbero invece incaponiti per fare prevalere il loro punto di vista in una sorta di “o la va o la spacca”. Al punto da mettere in conto anche la procedura di infrazione, cioè il commissariamento dell'Italia da parte dell'Unione Europea per correggere quanto non va.

Perché non correggerlo ora in un serrato, serio confronto con i Colleghi dell'Unione che miri a relazionare rispetto delle norme e obiettivi possibili ritenuti confacenti con le esigenze dell'Italia e degli italiani ?

Evitando così di perdere credibilità e fiducia con rilevanti sacrifici di cui porterebbero il peso maggiore lavoratori e pensionati con redditi già al limite della dignitosa sopravvivenza, attività economiche cui le banche centellinerebbero i finanziamenti con interessi aumentati e l'Italia intera che pagherebbe centinaia di milioni in più di interessi sul debito pubblico a causa dello “spread” fuori controllo.

Per dire solo le prime cose che vengono in mente.

Proprio uno scenario in cui nessuna persona di comune buon senso vorrebbe ritrovarsi. 

 

12 nov 2018

Diciamocela tutta.

Diciamocela tutta. L'attuale triade che governa l'Italia: presidente del Consiglio dei ministri ed i suoi due vice, nonché leader delle rispettive forze politiche – M5S e Lega – che costituiscono la maggioranza nei due rami del Parlamento, sanno meno di quanto sarebbe necessario sapessero per svolgere in modo adeguato quanto di loro competenza.

Né può fare più di tanto il Ministro Tria stretto tra il dovere che conosce e il potere reale per adempiere che non ha.

Tutto questo s'è evidenziato nella preparazione del Def ( Documento di economia e finanza ) per l'anno 2019 all'esame del Parlamento ed inviato alla Commissione dell'Unione Europea che ha risposto sollecitamente al Governo rilevando quanto contravviene rispetto alla vigente normativa e chiedendo di rimediarvi ragionando insieme.

In estrema sintesi si tratta di spese finanziate facendo debiti superiori rispetto a quanto ammesso e non destinate ad investimenti che producano lavoro e miglioramenti qualitativi della nostra economia.

La risposta del nostro Governo è stata che il Def rimane così com'è.

La Commissione preoccupata per le possibili conseguenze negative che coinvolgano altri Stati dell'Unione ha posto l'Italia in "quarantena" in attesa di sviluppi.

Per superare lo stallo finché siamo in tempo occorre trattare con l'Europa, considerata risorsa e non nemica, per convenire condizioni accettabili per entrambi, aiutati a praticare quanto necessario e possibile. Consapevoli che le nostre difficoltà ormai esplicite ci indurranno a riprogrammare obbiettivi e scadenze già incautamente fissate, motivando e spiegando le ragioni al Paese che capirà.

Consapevoli altresì che il nostro elevato debito pubblico (132% del Pil) ci costa di interessi e in agibilità politica. Con l'Ulivo di Prodi al Governo (1996-2001) lo riducemmo al 104% del Pil con una scelta virtuosa e lungimirante che giovò all'Italia ed agli Italiani a partire dai meno favoriti.

Teniamone conto e non impuntiamoci per il molto meno che ci richiede ora l'Unione Europea.

 

6 nov 2018

Da dove veniamo.

Per comprendere meglio dove andare mi permetto di tratteggiare a spanne da dove veniamo.

Tutte le forze politiche antifasciste furono presenti e si batterono nella Resistenza e vinsero il 25 aprile 1945. Ed ancora nel referendum Repubblica o Monarchia ed alla formazione e approvazione della nostra bella e buona Costituzione.

Dopo governò la Democrazia Cristiana e con il lavoro di tutti si realizzò il miracolo della ricostruzione ed il primo boom economico: la Fiat 600 costava un anno di salario operaio e se ne costruirono milioni.

Passammo anche tempi difficili con l'inflazione oltre il 20% con i titoli di Stato che pagavano interessi del 13%. Con Segni presidente della Repubblica s'avvertì addirittura tintinnar di spade. Senza seguito. Scandali negli appalti anche per l'acquisto all'estero di aeroplani.

Attentati neofascisti tra cui: Banca dell’Agricoltura a Milano, piazza della Loggia a Brescia e treno Italicus.

Approdammo a governi di centrosinistra con i socialisti: Bettino Craxi presidente del Consiglio dei Ministri. Conquista di importanti diritti civili.

Malaffare nella pubblica amministrazione, pool di Magistrati, "Mani pulite" con carcere anche per personaggi molto in vista, alcuni suicidi.

Brigate rosse, “anni di piombo”, centinaia di morti e feriti in una sorta di guerra civile. La sinistra nelle istituzioni e nel Paese non cedette alla violenza e tenne duro. Aldo Moro politico probo, lungimirante, coraggioso e rigoroso della Democrazia cristiana rapito con sparatoria in cui morì la sua scorta, prigioniero per circa due mesi, seviziato psicologicamente restò indenne. Venne assassinato e fatto ritrovare in un'auto parcheggiata non lontano dalle sedi della Democrazia cristiana e del Partito comunista.

Carlo Alberto Della Chiesa generale dei carabinieri debellò le Brigate rosse. Pagando poi con la vita per mano di sicari malavitosi insieme a sua moglie ed all'agente di scorta. Coerente ed impavido, esemplare nel suo ruolo istituzionale svolto “con disciplina ed onore”.

Ancora attentati neofascisti e della criminalità organizzata diffusi nel Paese tra cui: strage della stazione ferroviaria di Bologna e luoghi d'arte a Firenze con decine di morti e feriti.

Abbiamo anche avuto Cossiga Presidente della Repubblica “picconatore”, cioè una sorta di “bastian cuntrari”.

Giudici antimafia Falcone e Borsellino barbaramente trucidati con moglie e scorta il primo e con la scorta l'altro in due distinti attentati: in autostrada e nell’abitato facendo deflagrare quintali di esplosivo.

All'inizio degli anni 90' discesa in campo di Berlusconi, con lui c'è già la Lega dell'allora leader Bossi. Non va subito bene, però prende quota. Sono anni di stasi e scadente politica. Nella legislatura 1996-2001 governi di centrosinistra iniziando con l'Ulivo di Prodi con l'ingresso dell'Italia nell'euro moneta unica dell'Unione Europea e la riduzione del debito pubblico appena al disopra del 100% del Pil.

Resa finale dell'ultimo governo Berlusconi oltre vent'anni dopo il suo ingresso in politica,  con "spread" ad oltre 500 punti e dimissioni per evitare il baratro.

Governo d'emergenza Monti cui provvede con lungimirante tempistica il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Poi governi Renzi, Letta, Gentiloni con buoni risultati tenuto conto delle difficili condizioni in cui hanno operato.

4 marzo 2018, elezioni politiche in cui il M5S promosso dal comico Beppe Grillo e dalla Casaleggio Associati ottiene oltre il 30% dei voti e forma un sofferto governo con la Lega (17% dei voti) stipulando un inedito “contratto” delle cose da fare.

Siamo ai giorni nostri.

Possiamo dire che il passato non è stato “rose e fiori” e che ce l'abbiamo sempre fatta ad uscirne dignitosamente. Pagando costi politici ed umani rilevanti perlopiù da parte dell'universo dei cittadini più vulnerabili.

Se agiamo in modo assennato e fermo anche nella situazione in atto si potrà uscirne  con qualcosa di buono,  soprattutto per i meno favoriti.

Tirando le fila al termine della legislatura, od anche prima se la situazione lo richiedesse.