18 set 2012

Oltre l'austerità, Astigiani e Monastero Bormida

In rete c’è l’ebook “Oltre l’austerità” a cura di Sergio Casarotto e Massimo Pivetti, Roma, luglio 2012.
L’ho letto per dire la mia su richiesta di alcuni di voi.
Si tratta dei contributi – alcuni un po’ datati – di 17 esperti, raccolti ed introdotti dai curatori su tema di impegnativa attualità: perché siamo in crisi e come uscirne. Competenza e vivacità intellettuale caratterizzano il testo, di agevole comprensione anche per i non esperti. Esso fornisce un quadro esauriente di possibili opzioni teoriche alternative, partendo da considerazioni fortemente critiche rispetto a quanto è stato fatto finora per porvi rimedio. L’inevitabile rimando alla politica per attivare quanto suggerito, si scontra – secondo gli autori – con la constatazione della sua inadeguatezza, specie per quanto riguarda le forze progressiste e riformiste. Farebbe eccezione la sinistra francese più sensibile e preparata; mentre in Italia si ritiene che le cose possono andare per le lunghe, con il pericolo che peggiorino le condizioni economiche-sociali prima che i rimedi trovino pratica applicazione.
E’ uscito il n. 1 della nuova rivista trimestrale “Astigiani”, edita dall’associazione omonima presieduta da Giorgio Conte, l’illustre cantautore astigiano. La rivista ha una redazione di spessore ed è diretta da Sergio Miravalle il cui gusto e professionalità sono fuori discussione.
L’associazione “Astigiani” attraverso la rivista si prefigge di diffondere informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana del passato remoto e prossimo, nonché realizzare presentazioni pubbliche ed altri eventi per il recupero della memoria del territorio, promuovendone lo sviluppo. La rivista ha veste curata ed accattivante e contenuti di qualità. La si trova nelle edicole a 7 euro, oppure abbonandosi con 25 euro l’anno, ovvero abbinandola con l’iscrizione all’associazione versando 50 euro, o 100 se si desidera essere soci sostenitori.
Da Monastero Bormida mi sono pervenuti tre documenti: Giovani, Lavoro manuale e cultura; l’attività della Banca del Tempo (BdT); questo è il vostro cervello quando siete fusi.
Il primo ripropone il lavoro agricolo evidenziandone il gratificante livello professionale, l’appagante manualità e le cose da fare per evitare il rischio dell’emarginazione e della solitudine. Il secondo riporta il programma della BdT con un ventaglio di iniziative da far invidia ad organizzazioni blasonate: tarocchi, scacchi, il senso del bello, antropologia, musica, neurologia per citarne solo alcune. Il terzo documento potrebbe essere la dispensa per prepararsi all’incontro sul cervello previsto nel programma BdT: tanto di cappello.

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