27 mag 2016

Pensieri in libertà.

Sogniamoci le 40 ore di lavoro la settimana per tutti. Per lavorare tutti bisogna lavorare meno e meglio.

Per ridurre il debito pubblico ci sono due possibilità: produrre più quantità o più qualità. Meglio più qualità.

Sarà mica che i migranti fanno paura perché possono diventare sindaco di Londra ? (ricordandoci che il sindaco di New York è figlio di migranti italiani).

Bravo Renzi che per il voto Sì o No al referendum di ottobre prossimo di conferma della riforma del Senato, dalla tesi "partigiani combattenti" e l'antitesi "giovani iscritti all'ANPI" ha tratto la sintesi: "facciano tutti come il cuor gli ispira".

Suggerisco che anziché usare il referendum per dare addosso a qualcuno discutiamo per capire meglio tutti.

Giorgio Napoletano presidente emerito della Repubblica ha affermato che il riscatto di Napoli è possibile e sarebbe un forte stimolo per tutto il meridione. Dipende però dai napoletani tenere in equilibrio cuore e ragione, fantasia e concretezza, tradizione e modernità. Istituzioni ed economia debbono aiutare soprattutto con il lavoro e facendo rispettare le regole.

Austria. Per un pelo – 31 mila voti – la destra peggiore non è arrivata alla presidenza di questo Paese. L'hanno evitato – pensate un po' – gli elettori per corrispondenza. In passato un caporale nato lì ci riuscì in Germania e fu un'ecatombe mondiale. Un grazie dunque alle Poste ed ai mittenti.

Una via per ricordare Giorgio Almirante? Cosa ci scriverebbero sulla targa toponomastica nello spazio per definire con due parole il suo ruolo per questo riconoscimento ?

Califfato e terrorismo. Si contrastano e battono dimostrando concretamente che tutti possono vivere meglio dove non ci sono.

Bar lungo l'autostrada nel cuneese. Entro: «Buongiorno, mi dà un gelato?». «Non ce l'ho». «Qualcosa che gli assomigli?». «Una crema-caffè». «Vada per quella». La laconicità della gestrice nascondeva una leccornia da due euro, quasi estorta.

 

18 mag 2016

Trent'anni.

Internet ha compiuto trent’anni. L’hanno ricordato Walter Veltroni e Gianni Riotta riandando ad una loro conversazione dei primordi, pubblicata da l’Unità il 1° Maggio scorso. Nella quale ne adombravano le potenzialità per lo sviluppo del mondo nel quale c’è dato di vivere e l’esigenza di conoscerlo per farne un uso appropriato.

In proposito riassumo la storia di un quindicenne che gioca usando internet di cui è esperto, con amici europei che non ha mai visto di persona.

Dopo il primo trimestre di scuola superiore frequentata con buon profitto, rifiuta di andarci lamentando disturbi vari che non glielo consentirebbero.

Sta in casa e dorme fino a tardi, mangia l’indispensabile per sopravvivere, bighellona per fare sera e poter giocare su internet con i suoi competitori: tre ore tutti i giorni, impegno serrato, agonismo. Richiamato risponde a male parole, irascibile, intrattabile. Da giovane promettente a problema. Medici e psicologi se ne occupano invano.

Poi la luce in fondo al tunnel. L’ultimo psicologo che lo prende in cura gli va a genio: ne segue i consigli, vanno insieme a parlare con gli insegnanti e convengono un rientro graduale a scuola. Di sera continua a giocare senza mancarne una; psicologo d’accordo.

Non si sottrae alla verifica periodica in classe già programmata. Ed ecco il miracolo: buoni risultati nelle discipline trattate; senza mai aver aperto testi scolastici da quando interruppe la frequenza.

Resta internet, evidentemente non utilizzata solo per giocare ma con la stessa abilità e competenza anche per altro.

I suoi ritrovati compagni di classe hanno considerato “normale” quanto accaduto; sorpresi gli insegnanti ma non più di tanto.

Riotta e Veltroni allora si dissero che internet è bella se realizza intelligenze collettive, valori e coraggio per immaginare e costruire un mondo che riteniamo valga la pena.

2 mag 2016

Infinito e struggente amore per la libertà.

25 Aprile, 1° Maggio. Ricorrenze essenziali per la storia nazionale e quella del Mondo.

Infinito e struggente amore per la libertà inscindibilmente connesso con l'esercizio della responsabilità le connota entrambe.

Nella Costituzione madre di tutte le leggi ed in parte ancora incompiuta le mirabili sintesi: "L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro"; "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."; "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto."; "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale; o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali." (artt. 1, 3, 4, 41).

Nel Mondo si sono affermati diritti e doveri dei lavoratori e del lavoro. La lotta di Liberazione dal nazifascismo li ha praticati nella quotidianità, in particolare libertà, solidarietà, capacità di assumersi e gestire la responsabilità. Questo è il messaggio che attraversa i tempi e si corrobora nel suo divenire.

Da qui Resistenza ora e sempre come esempio concreto, che si può fare.

A Genova l'ufficiale nazista più alto in grado firmò la resa del suo reparto ai Partigiani comandati da un operaio. In molte parti Repubbliche Partigiane o simili sperimentarono forme nuove di governo.

Si può fare. Certo costa impegno, fatica ed anche di più. Duccio Galimberti, a Cuneo, il 26 luglio del 1943 con un discorso dal balcone della sua casa diede avvio alla Resistenza. Pagò questo con le torture e la vita. I nazifascismi infierirono dove questi principi trovarono concreta effettiva espressione. Nello "armadio della vergogna" ci sono le prove di ciò. Alcuni di questi misfatti sono ancora impuniti.

Nel lavoro per tutti sta la soluzione reale dei problemi che ci angustiano. Infatti il lavoro è esercizio quotidiano della responsabilità e la gratificazione che se ne ricava – un tutt'uno con il giusto ed equo corrispettivo che consente di vivere dignitosamente – è la scommessa vera e concreta che abbiamo di fronte. Che possiamo vincere tutti i giorni un po’, se ognuno ci mette del suo con i piedi per terra ma lo sguardo lungo al mondo globale, la cui organizzazione è in discussione:

Dovendo fare i conti con la finitezza delle risorse di Madre Terra cioè della quantità, e confrontarsi con la qualità che non ha limiti potendovi attingere già qui ed ora ed in futuro.

Senza limiti, all'infinito.