28 apr 2018

Emozioni nella misura giusta.

Il 25 Aprile è stato ricordato come si deve in tutta l'Italia, continuando ad attingere da questo essenziale pezzo di storia elementi utili per orientarsi e scegliere oggi.

Accennerò alle emozioni perché ritengo che esse abbiano avuto un ruolo importante nell'avviare la Resistenza e nel suo prosieguo fino alla sconfitta del nazifascismo.

Sconfitto non una volta per sempre ma tutte le volte che si presenta, anche sotto mentite spoglie, in modo subdolo com'è già successo e come capiterà ancora.

È partita dal basso la Resistenza, come risposta al desiderio di vivere di giovani, condiviso anche da chi aveva qualche anno in più.

E dall'esigenza di un nuovo ancora ignoto cui s'opponeva comunque una dittatura opprimente, che offriva sì emozioni ma col sopruso, la volontà di potenza, la guerra.

Apparentemente una lotta impari in cui vinse la vita che mette in conto anche il dono di sé.

Con il 1° maggio si passa dall'Italia al Mondo con lo straordinario messaggio del lavoro, sempre giovane ma che per mantenere efficace la spinta che rappresenta necessita di una comprensione più accurata e diffusa della realtà entro la quale esso si colloca.

Rammentando che è lavoro tutta l'attività umana volta a realizzare una vita migliore per ciascuno dei sette miliardi di persone che popolano la Terra e dei dieci che ci saranno tra qualche decennio.

E che si lavora per essere contenti e soddisfatti, se si dispone di quanto occorre per esserlo.

Comprese le emozioni nella misura giusta, e sempre migliori sviluppando la consapevolezza.

Ci sono fatti quotidiani a dimostrare l'assunto; scelgo i seguenti.

Muoiono per eccesso di emozioni giovani di successo: cantanti, artisti, calciatori, ciclisti e non solo.

Muoiono dei meno giovani costretti ad una sub-vita sulla strada, senza futuro né "buone" emozioni.

Mentre il rampollo di una nota famiglia può cavare emozioni "buone" perfino dimenticando il freno di stazionamento con danni ingenti alla sua nuova Ferrari.

Siate misericordiosi esorta Papa Francesco rivolto ai religiosi; e si ferma a salutare e consolare persone dietro le transenne in piazza San Pietro, tra cui Gianni Morandi e Francesco Guccini: forti emozioni "buone".

Siccome toccano l'intimo della personalità, del 25 aprile e del 1° maggio ho evidenziato anche l'inconsueta importanza delle emozioni e dell'equo accesso alle medesime.

24 apr 2018

Fa male ricordare. Fa più paura dimenticare.

David Grossman scrittore israeliano ha tenuto recentemente a Tel Aviv un discorso in occasione del settantesimo anno dalla fondazione dello stato ebraico, riportato integralmente da "la Repubblica" del 19 aprile scorso.

Un contributo essenziale lungo il travagliato drammatico percorso due stati per due popoli in pace nella libertà.

Ne riporto brani salienti.

Io e la mi famiglia abbiamo perso nostro figlio Uri in guerra, un ragazzo simpatico, intelligente, pieno di humour. Anche adesso, quasi dodici anni dopo la sua morte, faccio fatica a parlare di lui in pubblico.

La morte di una persona cara è anche la morte di una intera cultura personale e unica, con un suo linguaggio, un suo segreto. Una cultura che non ci sarà più, e non ce ne saranno altre uguali.

È indescrivibilmente penoso trovarsi di fronte a questo “no” assoluto. Ci sono momenti in cui questo “no” risucchia dentro di sé quasi tutti i “si” e tutto ciò che c'è. È difficile ed estenuante combattere continuamente contro la forza di gravità della perdita. Ed è difficile separare la memoria dal dolore.

Fa male ricordare. Fa più paura dimenticare.

E com'è facile, in una situazione del genere, arrendersi all'odio, alla rabbia, alla voglia di vendetta.

Ho scoperto, però, che ogni volta che sono tentato dalla rabbia o dall'odio perdo contatto con mio figlio. Qualcosa del mio legame con lui si chiude in maniera ermetica.

Ho preso quindi una decisione, ho fatto la mia scelta. E ho l'impressione che chi si trova qui stasera abbia fatto questa stessa mia scelta. [….]

Noi israeliani e palestinesi, che nelle nostre guerre intestine abbiamo perso chi ci era caro forse ancor più della nostra stessa vita, siamo condannati a toccare la realtà attraverso una ferita aperta. E chi è rimasto ferito in questo modo non può farsi illusioni. Chi è rimasto ferito in questo modo sa quanto la vita sia fatta di grandi rinunce, di compromessi infiniti. […]

Mi auguro che numerose generazioni di figli, di nipoti e bisnipoti che vivranno qui in sicurezza, in pace, in operosità […] a fianco di uno stato palestinese indipendente, celebreranno la sua esistenza ancora per tanti anni. E mi auguro che qui si sentano “a casa”. […]

Potremmo riassumere in una breve frase la soluzione per le complesse relazioni israelo-palestinesi: se i palestinesi non avranno una casa, non l'avranno nemmeno gli israeliani. […] Una casa in cui la vita sia a misura d'uomo. Un uomo che deve sentire di vivere in un posto che non è corrotto, aggressivo e avido ma pragmatico ed egualitario. In uno stato che si preoccupa semplicemente del benessere dei suoi residenti, con indulgenza e tolleranza verso tutti i modi di essere israeliano. […]

È lecito sognare. È lecito anche rimanere sbalorditi dai risultati ottenuti. Israele merita che si lotti per esso. E auguro le stesse cose ai nostri amici palestinesi: una vita indipendente, libera, pacifica. E la costruzione di una nazione civile.

Spero che tra settant'anni i nostri nipoti e bisnipoti, israeliani e palestinesi, si ritrovino qui a cantare il loro inno nazionale. Ognuno il proprio. C'è una strofa, però, che potranno cantare insieme, in ebraico e in arabo: “… essere un popolo libero nella propria terra”. Forse, allora, questo augurio sarà finalmente realtà per entrambi i popoli.

 

18 apr 2018

Pestar l'acqua nel mortaio.

Le difficoltà del M5S e della coalizione di centrodestra per formare il nuovo governo dopo avere ricevuto dagli elettori i maggiori consensi  nelle elezioni politiche del 4 marzo scorso, sono state confermate anche nella tornata di incontri voluta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Cosa ci si può attendere ora è l'interrogativo che sorge spontaneo.

Intanto una necessaria ulteriore attività di Mattarella per indurre i protagonisti a fare meglio, fino all'affidamento di incarico esplorativo ad uno dei Presidenti dei due rami del Parlamento.

Poi l'uscita dal riserbo del Centrosinistra col Partito Democratico e l'esplicitarsi di posizioni che pongano al primo posto gli interessi dell'Italia ad avere un governo nella pienezza dei suoi poteri-doveri.

Consapevoli che per esprimersi al meglio il Partito Democratico avrebbe bisogno di completare senza ulteriori assilli il lavoro in corso, per trarre dalla contesa elettorale e dai suoi insoddisfacenti esiti quanto serve per emendarsi dalle manchevolezze e ridefinire il proprio fare per un protagonismo socialmente evoluto e coinvolgente.

Convenendo che il ricorso alle urne è un atto estremo cui ricorrere solo dopo avere esperito invano ogni tentativo di dare vita ad una maggioranza che esprima un governo di legislatura, con programma e capacità realizzative e di mobilitazione del Paese per bandire la povertà ed il lavoro precario; produca e distribuisca equamente le risorse occorrenti.

Intervenendo comunque ed a priori sulla legge elettorale per evitare di ritrovarci a "pestar l'acqua nel mortaio".

Ricordandoci che lo stallo attuale è dovuto anche a miopia e scarsa "generosità" politica, da parte delle forze premiate dagli elettori, che pensano con priorità a sé invece che all'interesse generale ed al bene comune. Ed alla avara testardaggine, anche personale, di non volere rinunciare con sano realismo a qualcosa per sé per conseguire un risultato qualitativamente migliore per tutti.

Siccome a tutto ciò si potrà rimediare solo strada facendo, fin da subito contiamo sul Presidente Mattarella che, esperto nocchiere, terrà la barra dritta con bonaria e saggia fermezza.

 

17 apr 2018

Novemila miliardi.

Prima della crisi da cui stiamo uscendo il risparmio privato in Italia ammontava a circa 9mila miliardi di euro; ora si è dimezzato ma resta sempre quasi il doppio del debito pubblico del nostro Paese.

Una risorsa importante da tutelare e valorizzare per aiutare la ripresa e per generare  sviluppo nuovo.

Le banche che fanno bene il loro mestiere offrano ai risparmiatori investimenti affidabili per il loro gruzzolo messo insieme con rinunce e sacrifici.

Ci sono già prodotti finanziari con queste caratteristiche; tra questi i Pir, Piani individuali di risparmio ed altri sono allo studio.

Ci sono però anche casi di investimenti rischiosi proposti dalle banche ai propri clienti da cui esse traggono sostanziose provvigioni, come l'acquisto di diamanti: un salasso per i risparmiatori che hanno avviato serrati contenziosi rivendicando che siano le banche a farsi carico delle perdite subite. Buone ragioni ad essi riconosciute con rimborsi che si stanno effettuando

Anche l'offerta di titoli derivati con a base le quotazioni del petrolio, non però quelle del mercato ma calcolate con astruse modalità note soltanto agli specialisti, stanno provocando danni: come la perdita del 15% del capitale investito e zero interessi per la durata triennale dei titoli.

Analogamente a quanto sopra le banche che hanno promosso l'acquisto di questi titoli utilizzando il rapporto fiduciario con i loro clienti, dovranno farsi carico delle conseguenze negative che si stanno verificando.

Si conferma quindi l'assunto che il risparmio privato può essere virtuosamente orientato al perseguimento di obiettivi costituzionalmente rilevanti (articoli 41 e 47: “L'iniziativa privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale […]”; “La Repubblica tutela il risparmio in tutte le sue forme […]”) solo se le banche tutelano i risparmiatori che vi si affidano.

16 apr 2018

Comportamenti naturali.

Qualche settimana fa accennai a principi dettati dalla Costituzione cui la sinistra potrebbe rifarsi per ricuperare il ruolo che le si addice nei confronti di cittadini di ogni età, famiglie, aziende che chiedono cose di cui hanno bisogno per riuscire a fare meglio per sé e per la società di cui sono parte.

Successivamente ho letto l'illuminante articolo di  Nadia Urbinati su "la Repubblica" del 1° aprile 2018 come questi principi possono essere declinati, applicati stando al governo oppure all'opposizione.

E mi sono tornati in mente tre fatti che hanno a vedere, nel loro piccolo, con l'esercizio della responsabilità nel perseguire l'interesse generale ed il bene comune.

*Comune del Monferrato Astigiano verso la fine del secolo scorso, minoranza in consiglio comunale. La popolazione lamenta ritardi nella ricostruzione di un ponte sul torrente Triversa. La minoranza se ne fa interprete e presenta una proposta con allegato il progetto di massima dell'opera che il consiglio comunale è chiamato a discutere; numerosa la presenza del pubblico che assiste. Schermaglie, tira e molla; alla fine la proposta passa votata anche dalla maggioranza L'opera viene poi realizzata nel corso della legislatura.

Legislatura successiva: l'opposizione vince le elezioni.

*Un consigliere della nuova opposizione la combina grossa: si finge assessore e ne assume il nome presentandosi in un comune del Torinese per assumere informazioni sul conto del nuovo sindaco del suo comune, decenni prima tecnico comunale lì. Successivamente individuato nel corso di un consiglio comunale con la sala gremita di pubblico, il consigliere mendace si riconosce colpevole e si dimette seduta stante. Stigmatizzato dai  colleghi viene però invitato a ripensarci; lo farà e non si dimetterà, né smetterà di fare le pulci all'operato della maggioranza com'era suo dovere.

*Per pagare la pulizia di una ripa a bosco ceduo, con un percorso di cippi dei caduti in guerra, il comune anticipò le poche migliaia di lire agli esecutori del lavoro, anziché attendere i fondi della Regione che tardavano. Il consigliere di cui al precedente fatto rilevò la circostanza e presentò denuncia. Il Magistrato accertò che nessun danno ne venne al comune dalla "disinvolta" decisione del Sindaco. E la cosa finì lì.

Comportamenti  naturali suggeriti innanzitutto dal buon senso che hanno precorso i tempi?

 

6 apr 2018

Da uomo della strada.

Un'occhiata al mondo da uomo della strada.

Definire altalenante, umorale, forse un po’ miope-egoista la politica estera degli USA non servirà a farsene un'idea approfondita, ma consente di non crucciarsi eccessivamente dei riflessi che essa può riverberare sulla nostra vita di alleati atlantici e non solo.

Adesso sembra esserci attesa di chissà cosa dall'incontro che si sta preparando del presidente Donald Trump con il leader nordcoreano Kim Jong-un, dopo essersene dette di tutti i colori e mostrando anche i muscoli di esercitazioni militari USA in prossimità insieme alla Corea del sud.

Comunque iniziare a ragionarci è un benvenuto passo nella giusta direzione.

In Turchia il presidente Erdoğan non perde occasione di trattare a pesci in faccia il popolo curdo, considerandolo addirittura un potenziale eversore dell'ordine costituito.

Salvo poi prendere atto insieme a tutti del determinante contributo da esso fornito per debellare militarmente il califfato e l'Isis terrorista e suo braccio armato, nei luoghi simbolo in cui si era insediato. 

Possibile che non si possa trovare un accettabile grado di indipendenza all'interno di una convivenza civile statuale unitaria?

I drammatici fatti di alcuni giorni fa durante i quali una manifestazione palestinese è degenerata in scontro armato con 16 morti ed oltre 1400 feriti palestinesi confermano che due Stati per due Popoli resta l'obiettivo cui traguardare, facendo passi tra i più avveduti di ciascuna parte per una convivenza che intanto bandisca la violenza ed il sopruso, come premessa che esistono le condizioni per proseguire nel virtuoso percorso fino alla soluzione ambita.

In Spagna la Catalogna ritiene di potere fare meglio per sé e come contributo alla comune unitaria convivenza, se le fossero riconosciuti gradi di autonomia maggiori, senza ergersi come entità statualmente autonoma.

Se queste premesse sono reali una politica saggia dovrebbe passare dagli attuali atti di polizia, con conseguenze giudiziarie che limitano le libertà personali, a riflessioni comuni che raccolgano quanto di positivo esiste, dando loro la concretezza già possibile adesso e suscettibile di sviluppi a venire.

5 apr 2018

E si potrebbe proseguire.

Sento e leggo che per quanto sa e può la sinistra dovrebbe ridefinire il proprio ruolo nel mondo che cambia.

Dico la mia senza pensarci tanto su per quanto riguarda l'Italia, rifacendomi semplicemente ai principi dettati dalla Costituzione.

Il primo dei quali è di operare tenacemente e senza tregua per attuare il diritto-dovere di lavorare tutti. Poi dare concretezza pratica ai diritti-doveri inderogabili di ognuno di praticare la solidarietà politica, economica, sociale.

Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica, sociale.

Attuare praticamente le condizioni perché tutti possano contribuire al progresso materiale e spirituale della società.

Promuovere e sviluppare cultura, ricerca scientifica e tecnica e valorizzare il patrimonio storico-artistico.

Dare asilo allo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla nostra Costituzione.

Lavorare in ambiti e istituzioni sovranazionali, ad iniziare dall'Unione Europea, affinché siano assicurate pace e giustizia tra le Nazioni.

Garantire il diritto a professare liberamente la propria fede religiosa ed esercitarne il culto in privato o in pubblico.

Realizzare per gli stessi lavori la parità di retribuzione tra donne e uomini.

E si potrebbe proseguire.

Aggiungo soltanto: realizzare uno Stato snello ed efficiente nei servizi erogati e testimone nell'avvicendarsi democratico al governo del Paese che la priorità di realizzare il dettato costituzionale è impegno comune.

Senza se e senza ma.

I modi ed i tempi saranno quelli espressi dalle forze politiche che di volta in volta vi porranno mano. Innovando l'innovabile alla luce del nuovo che si proporrà.

Così la sinistra.

La destra restando nell'imprescindibile alveo costituzionale sarà più portata a conservare.

Consapevoli che si può essere sereni, contenti, felici solo se si opera per esserlo tutti.