29 mag 2019

Piemontese tutto d'un pezzo.

Alcuni dati essenziali sulle elezioni Europee e Regionali del Piemonte e brevi considerazioni.

Voto in Italia per il rinnovo del Parlamento europeo:

-         la Lega ha ottenuto un inatteso straordinario 34,26%

-         il Partito Democratico un di buon auspicio 22,74%

-         il M5S in calo al 17,06%

-         Forza Italia un modesto 8,78%

-         Fratelli d'Italia un insperato 6,44%

-         Più Europa, La Sinistra, l'Europa verde ed altri con percentuali al disotto del 4% soglia minima per ottenere seggi

La Lega ha fatto incetta di seggi in tutte le circoscrizioni elettorali, talché altre forze politiche i cui candidati hanno ottenuto più voti che in passato non sono riusciti a farsi eleggere.

Nell'Europarlamento potrebbe formarsi una maggioranza di centrosinistra nonostante i socialisti abbiano perduto seggi, compensati però dal voto dei giovani per i Verdi.

Non c'è stato il ribaltone in favore dei sovranisti. Anzi si può pensare ad una Europa che lavori per una propria sovranità continentale con un programma di sviluppo ecocompatibile, più giustizia sociale e solidarietà, che valorizzi le differenze distillando il meglio degli Stati membri, considerando il fenomeno migratorio normale nel Mondo globale e da governare.

Nel voto per il rinnovo del Consiglio e della Giunta della Regione Piemonte Alberto Cirio di Forza Italia ha prevalso con il 49,90 su Sergio Chiamparino del Partito Democratico  staccato al 37,4%. Chiamparino, piemontese tutto d'un pezzo ed Europeo e del Mondo contemporaneamente, s'è battuto con impegno e dedizione portando in dote un dignitoso e serio quinquennio di buona amministrazione. Almeno altrettanto ci si aspetta dalla nuova maggioranza per il Piemonte in particolare.

A tutti gli auguri di buon lavoro con le maggioranze che rigano dritto e si danno da fare e le opposizioni critico-propositive che con il ben fare nell'interesse generale e del bene comune si candidano a diventare a loro volta maggioranza.

27 mag 2019

Il cancro non è maestro di vita.

"Il cancro non è maestro di vita" è il titolo dell'articolo a tutta pagina su "la Repubblica" del 23.5.19 dello scrittore Colm Tóibín, irlandese, 63 anni, autore di libri importanti, il quale racconta la sua dolorosa esperienza contro la  malattia dalla quale è uscito vincitore, senza però trarvi alcun insegnamento: "Insomma, io non ho imparato niente dal cancro. Niente. Niente:".

Mentr'io ritengo si possa imparare assai a patto di considerare la malattia un accidente della vita sì, ma vita esso stesso; certo dedicandovi quanto occorre perché non abbia a prevalere.

Fino a conviverci se si perviene alla fase delle cure palliative che, per quanto capisco, attribuiscono al sistema immunitario che si reputa efficiente un ruolo importante, tenuto conto di tutte le altre condizioni tra cui l'età, già superiore a quella media nel caso di cui si tratta.

Contano non poco le motivazioni a dedicarsi a quanto stimola a vivere, nulla di lecito escluso, e l'ambiente nel quale tutto questo è capito e condiviso, meglio se quello consueto e familiare.

L'assistenza medica consiste in periodici controlli che accertano le normali condizioni generali della persona e come essa viva il tutto.

È irrinunciabile non avvertire dolore o poterlo tenere al disotto del livello di fastidio, e che l'insieme consenta di intrattenere rapporti interpersonali con la cerchia di persone con le quali si ha consuetudine e familiarità.

Realizzando una "normalità" condivisa in cui la malattia non impedisce di condurre la solita vita, addirittura con sensibilità e stimoli nuovi altrimenti non possibili perché impensabili.

E contenere il futuro al giorno dopo giorno, portatore di cose nuove, emotività e gusti inediti.

Annoverabili tra quelli che rendono piacevole l'attesa e lieti il loro manifestarsi.

19 mag 2019

Se funziona va bene e non chiedere altro.

Che ci stanno a fare qui gli ormai ultra ottantacinquenni; cosa s'aspettano i sotto trentenni finiti gli studi possibili o ripromessi e/o fatta qualche esperienza di lavoro che non li ha convinti?
D'acchito la risposta potrebbe essere: per ragionarci partendo dalle esigenze, aspirazioni, visioni dei giovani e dall’esperienza di chi sta vivendo assai.
Tenendo anche conto della “dittatura” esercitata dai proprietari della tecnologia informatica più avanzata, i quali fanno il bello ed il brutto tempo: o ci stai o sei fuori, senza dire da che cosa[1].
Tagliati fuori da un certo tipo di sviluppo quanti chiedono perché e per cosa, anziani in primis la cui esperienza viene forse considerata obsoleta, per cui “non fare se prima non hai pensato” viene sostituita da “se funziona va bene e non chiedere altro”.
Dissociando pensare e fare con conseguenze negative di cui si stanno avvertendo i sintomi.
Iperconnessi i giovani: basta uno smartphone per collegarsi col Mondo e sapere tutto; dopo di che non si sa che fare di questa enorme quantità di notizie e informazioni se non ci si pone delle domande.
Come l'orario ferroviario sul tabellone luminoso di una grande stazione ripartito in due pagine che si susseguono ad un ritmo che non consente di leggerle tutte in una sola schermata.
Non viene lasciato il tempo per riflettere; spesso in modo più subdolo si dirotta l'attenzione verso cose che non interessano o che possono addirittura nuocere.
A questo punto si è già giunti in basso nella scala gerarchica della “dittatura” in cui l'atteggiamento servile si accontenta di uno zero virgola del potere che il “dittatore” concede, ma che nemmeno lui conosce, non potendo prevedere gli esiti dei suoi comportamenti, soggetti alla sola verifica che “se funziona va bene” s'intende per lui.
Quindi il “che fare” senza soggiacere non può prescindere da un comportamento esistenziale personale che utilizza criticamente quanto viene proposto, pensando e ragionando.
Tra giovani ed anziani soprattutto, come in tutto il Mondo fanno già le innumerevoli persone che si ispirano alla sedicenne Greta Thunberg, che ha deciso di occuparsene dandosi delle priorità.

[1] Tecnologie che contemporaneamente abilitano immense possibilità perché “è nel collettivo che l’uomo trova la sua cifra più autentica e letteralmente unica” (Boncinelli, E., Noi siamo cultura, RCS, Milano, 2015, p. 19) [N.d.R.]

12 mag 2019

Adamantina serietà e generosa disponibilità.

Domenica 26 maggio prossimo si voterà per rinnovare il Parlamento dell'Unione Europea ed il Consiglio regionale del Piemonte insieme al Presidente della Giunta.

Si voterà inoltre in 3.865 Comuni per eleggerne i Consigli ed i sindaci.

Tutte le elezioni sono importanti perché in democrazia così si decidono le persone che rappresentano tutti i cittadini nelle istituzioni per le quali si vota.

Come piemontesi siamo particolarmente interessati a quelle regionali del Piemonte ed a quelle dell'Unione Europea.

Due realtà importanti per le quali occorre scegliere con accortezza le persone giuste, competenti, oneste, disponibili.

Per il Piemonte il Consiglio e la Giunta con Sergio Chiamparino Presidente hanno già dimostrato di fare bene nel quinquennio trascorso, tanto da meritare di essere riproposti rinnovando il necessario per migliorare ancora.

Soprattutto per quanto riguarda il lavoro, l'economia, la sanità, l'ambiente e gli altri servizi di competenza, nonché il ruolo che il Piemonte si merita in Italia ed in Europa.

Per le elezioni europee sondaggi recenti danno al 75% i giovani che andranno a votare.

Nella lista del Partito Democratico c'è il candidato Enrico Morando, già vice Ministro dell'Economia nell'ultimo governo di centrosinistra.

Un percorso esemplare di persona nota per la sperimentata competenza, adamantina serietà e generosa disponibilità; con un curriculum che inizia poco più che ventenne da assessore nel comune di Castelnuovo Scrivia.

Gioverebbe eleggerlo bene per “costringerlo” a distillare il meglio di sé anche in Europa, in una legislatura che potrebbe rivelarsi addirittura costituente se il Continente assumerà come tale il ruolo che gli si addice nel Mondo globale, per l'autorevolezza e le capacità di cui dispone.

Valorizzando la disponibilità e l'interesse dei giovani per obiettivi alla cui individuazione e realizzazione possano attivamente contribuire con il loro lavoro a tutti i livelli.

9 mag 2019

Era stato Messi a fare la differenza.

Nel mondo sviluppato età media in aumento: anziani, vecchi e vegliardi verso gli ottantacinque anni e non si fermeranno lì. Evitiamo che diventino un ingombro utilizzandone al meglio saggezza, probità, disponibilità.

In un tratto della Liguria di ponente col mare sempre in vista sulla destra ed i rilievi pedemontani  dall'altra parte ci sarebbe un notevole buon lavoro da fare: consolidare pendii con la posa a dimora di specie arboree adatte  migliorando anche la godibilità del paesaggio.

Da quelle parti ci sono poi strutture ricettive attive anche in bassa stagione con prezzi convenienti, ottimi cibi e alloggio. Programmandone l'utilizzo gioverebbe alla salute di quanti ne beneficiano, darebbe continuità a questa utile presenza, e lavoro.

Nella vita si verificano fatti straordinari inspiegabili se non ci si rifà all'insondabile io delle persone ed agli intenti che le animano. Come nella semifinale di calcio della Champions League vinta tre a zero dal Barcellona sul proprio campo, e persa quattro a zero circa una settimana dopo a Liverpool che è così approdato in finale.

Nell'andata era stato Messi a fare la differenza, mentre al ritorno s'è affermata l'intera squadra inglese.

La Cina ambisce recitare un ruolo importante nel mondo globale e non lesina investimenti nelle realtà di suo interesse; ma anche l'agire di singole persone giustifica questa ambizione.

È il caso di una giovane rammendatrice cinese che cuce egregiamente ad “ago caldo” un piccolo oggetto di pelle dato per perso dopo avere sentito alcuni del mestiere e lo stesso marito.

Prezzo richiesto per il suo lavoro: qualche euro.

Meglio esserci “per” piuttosto che “contro”; e le prossime elezioni europee possono dimostrare questo assunto.

L'Unione Europea che lavora per realizzarsi come insieme di valenza continentale per confrontarsi ed operare alla pari nel mondo globale.

Qualsiasi altro ruolo che le si voglia attribuire ne vanificherebbe il divenire fino a diventare lo zimbello dei singoli Stati di cui è costituita.

Venendo meno alla visione lungimirante ed illuminata dei fondatori, tra cui l'Italia, che ha garantito un periodo di pace dopo la guerra 1940-45 mai così lungo nella sua storia millenaria.

Alle elezioni europee del 26 maggio prossimo occorre quindi votare persone serie e capaci che lavorino con mentalità aperte, moderne solidali a progetti di sviluppo che coinvolgano il meglio di tutti gli Stati, pervenendo a sintesi mirabili.

Una comunità continentale operosa formata da donne e uomini che abbiano a cuore l'interesse generale ed il bene comune da raggiungere e sviluppare con il proprio lavoro e quello dei colleghi degli altri continenti, nel rispetto e compatibilità di tutti gli elementi naturali vitali esistenti su nostra Madre Terra.

 

6 mag 2019

Chi ha guadagnato dall'euro.

In vista delle elezioni europee del 26 maggio prossimo diamo un'occhiata a chi ha guadagnato dall'euro moneta unica da circa 20 anni nell'Unione Europea. E se con essa si è realizzata maggiore giustizia sociale, cioè se più persone, famiglie ed imprese vivono meglio di prima.

Per ragionarci utilizzo un'analisi promossa e pubblicata da "Affari & Finanza" allegata a "la Repubblica" del 29.4.19, alcune riflessioni sulle elezioni politiche svoltesi in  Spagna domenica 29.4, nonché l'editoriale di Gad Lerner su "la Repubblica" del 30.4.19.

In Spagna ha vinto il Partito Socialista del segretario Sánchez con circa il 30% dei voti ed è andato a votare oltre il 75% degli aventi diritto. L'ultradestra è entrata in Parlamento con meno eletti rispetto a pronostici e previsioni.

Per raggiungere una maggioranza in grado di governare occorre realizzare intese con altre forze politiche che convengano con la coraggiosa lungimirante visione del Partito Socialista di attenzione alle realtà basche e catalane, di solidarietà e giustizia sociale, nell'Unione Europea, aperta a nuovi protagonismi nel mondo globale, valorizzando differenze e qualità degli apporti al progetto comune di sviluppo in  divenire.

I risultati delle prossime elezioni europee potranno essere positivamente influenzate da quanto è avvenuto in Spagna ed avere un qualche peso sugli esiti ultimi cui lì si perverrà.

Circa chi s'è avvantaggiato nei vent'anni dell'euro moneta unica in Europa, azzardo.

La stabilità monetaria tra gli Stati che l'anno adottata, in Europa e nel Mondo è un fatto positivo per tutti. Scarsa considerazione ha nutrito invece l'Unione nella capacità degli Stati membri di operare come Continente nel Mondo globale.

Poco s'è fatto perché la molteplicità dei modi di lavorare siano riconosciute, disciplinate e valorizzate come insostituibile espressione umana dell'irripetibilità di ogni persona.

Non dimenticando mai che sul lavoro è fondata la nostra Repubblica Democratica, una specificità, un diritto-dovere che compete a tutti confermare e consolidare, ma in "primis" a quanti hanno responsabilità istituzionali. Quindi lavoro ed ancora lavoro degno di questa nobile definizione per tutti quanti chiedono di poterne disporre!

Il problema migranti è stato sottovalutato e lasciato in carico agli Stati cui essi giungono; mentre si tratta di un processo epocale e perdurante da prevedere e gestire a livello europeo.

Il tessuto delle piccole e medie imprese ricchezza e vitalità dell'Italia, richiede attenzioni che consentano di distinguersi e caratterizzarsi come "made in Italy" che fa la differenza. Quindi formalità e burocrazia intese come servizio a loro, efficienti ed essenziali, disponibilità di credito a condizioni eque, opportunità di relazioni.

Infine i candidati alle elezioni, a tutte le elezioni, devono essere ineccepibili: capacità, onestà, generosità, senso di responsabilità, dedizione, piacere di fare bene quanto si è candidati a fare.

Ma lo devono essere in particolare per le elezioni europee più "distanti" di quelle nazionali ed anche più impegnative da capire e svolgervi i relativi compiti.

Quindi gli eletti devono dare conto agli elettori del loro operato nei modi e forme agili, comprensibili e utili per entrambi.

Mai avulsi gli eletti rispetto al contesto che li ha espressi da cui, anzi, possono continuare a trarre input utili nel corso del mandato.