Ragionamenti e proposte che in un non lontano passato si potevano trovare su testi di personaggi illuminati; per me autodidatta Luigi Einaudi, Norberto Bobbio, Federico Caffè i primi che mi vengono in mente.
Il "Corriere della sera" del 16 gennaio scorso ha dedicato un paginone a fumetti per comunicare e illustrare questi concetti, denunciando "che invece di investire i profitti nell'azienda e assicurare il benessere dei lavoratori le grandi corporation preferiscono dividerli tra gli azionisti. Quarant'anni fa nel Regno Unito agli azionisti andava il 10% degli utili, oggi siamo al 70%".
Stigmatizzando che poche persone dispongano di una ricchezza pari a quella di metà della popolazione di tutta la Terra. E che ciò può portare a scompensi gravi con danni per la convivenza civile e la stessa democrazia
Paradossalmente tutto ciò si verifica nel tempo presente incerto e problematico ma stimolante, in cui le risorse per fare vivere meglio chi sta peggio e tutti dispongano del necessario ci sono già, senza penalizzare i detentori ma chiamandoli a contribuire con il superfluo.
Passare dalle parole condivise ai fatti con esse coerenti gioverebbe anche agli imprescindibili equilibri dei cicli naturali del nostro Pianeta ora sottoposto a stress non ulteriormente procrastinabili, pena danni irreversibili all'intero sistema vitale su cui si regge la casa comune, minuscolo puntino chiamato Terra nel cosmo infinito.
PS. Mi permetto di ricordare l'aiuto ai concittadini terremotati e l'attenzione alla "Giornata della Memoria". Grazie!