26 mar 2014

Desiderio di Dio.

Lungi anche solo l’idea di volere competere con Eugenio Scalfari, ma con l’uzzolo di dire la mia dopo la lettura del suo stimolante “Desiderio di Dio” (Vetro soffiato, l’Espresso 20 marzo scorso).

L’affermazione che intriga è: “Dio è pensabile perché è l’uomo ad averlo raffigurato con attributi e sentimenti umani; è una figura antropomorfa. Quando l’uomo gli toglie quegli attributi e quei sentimenti anche Dio diventa impensabile e quindi per l’uomo inesistente. Dio muore se non è più raffigurato con caratteristiche antropomorfiche e comunque morirà per tutti quando la nostra specie si estinguerà”.

Vado a braccio, traendo soprattutto dall’esperienza di vita quanto serve per ragionare.

Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma (Lavoisier).

Per ciascun mortale tutto inizia con un atto umano per eccellenza, cioè l’istinto naturale a riprodursi e la ragione, con l’amore a fungere da catalizzatore.

Tra tantissimi spermatozoi disponibili l’ovulo sceglie proprio quello per farsi fecondare.

Tutto predeterminato o tutto un caso, o per qualcosa e quanto c’entra la ragione? E poi l’amore che con la ragione a poco a che fare; ma senza il quale non capita nulla di veramente umano?

Dopodiché esistiamo - un unicum, nessuno uguale all’altro, né prima, né adesso, né mai- facciamo la nostra parte e moriamo, reintegrandoci in altre forme nella Terra e nel tutto cosmico, che non sappiamo se e dove finisca, quindi l’abbiamo definito infinito. Siamo perciò esseri finiti che viviamo in una dimensione infinita; dotati di cervello e di mente che ci permettono di rendercene conto.

E di noi rimane traccia per sempre in questa immensità.

Già questo non è esaltante?

E non è “normale” che si cerchi di utilizzare più del 10% attuale del potenziale di cervello-mente, per saperne di più e poter stare fin d’ora nell’infinito con migliore cognizione di causa?

E che abbia un qualche senso affiancare all’Infinito l’Eternità, e magari indagarla accogliendo il dono-opportunità della fede?

Arrivando così a pensare Dio, nelle altrimenti inspiegabili circostanze in cui un po’ tutti siamo incappati nel corso della nostra esistenza?

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