Pensare globale e agire locale; ovvero relazionarsi con gli ideali condivisi e praticati nel mondo e inverarli per quanto possibile nella quotidianità dove si vive ed opera.
Circa i valori su cui si fondano gli ideali si suggerisce l’art.1 della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” adottata e proclamata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948: “Tutti gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
La ragione per agire razionalmente; la coscienza come parte di sé che non può mentire, per verificare l’ammissibilità etica di quanto si fa.
Quindi ragione e coscienza devono accordarsi.
Se la coscienza non dà il via libera è la ragione che deve rivedere quanto si prefigge, perché sia accettabile dalla coscienza.
Lo scopo è di fare concorrere ogni e qualsiasi ordinaria, normale azione quotidiana animata da questi principi e valori, al loro concreto affermarsi nel mondo.
E rendere così quanti lo desiderano, protagonisti dei cambiamenti necessari per rispondere ad esigenze e bisogni nuovi che le persone manifestano vivendo il loro tempo nel mondo.
Attribuendo a questi comportamenti anche un significato propedeutico alla realizzazione di organismi sopranazionali, cui gli Stati daranno volontariamente luogo per meglio corrispondere alla complessità e governabilità di quanto vive sul Pianeta.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento. A presto.