Proviamo a mettere in relazione tre recenti significativi fatti, che hanno a che vedere con le nostre vite.
Elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria.
Si tratta di espressione importante di democrazia; si può decidere di votare o di non andare ai seggi. Di votare per una lista o per l’altra; comunque di decidere e la decisione personale conta, lascia un segno.
Questa volta più della metà degli aventi diritto non è andata a votare. Chi ha votato ha dato la maggioranza al centrosinistra guidato dal Partito Democratico, cui compete la responsabilità di realizzare il programma presentato; alle opposizioni il compito di controllare l’operato della maggioranza e di dimostrare la propria capacità di diventare maggioranza le prossime elezioni. E capire insieme le ragioni di chi non ha votato per correggere eventuali storture o inadeguatezze proprie che hanno portato a ciò. Mettendocela tutta, partendo da chi sta peggio, per creare lavoro chiamando tutti alla solidarietà, e per primi quanti possono di più.
Il Papa al Parlamento dell’Unione Europea di Strasburgo.
Ha affermato che l’Europa è stanca, più nonna che madre, non ancora in condizioni di parlare con una sua voce unitaria, fattiva, concreta. Utilizzando la sua autorevolezza per risolvere i problemi interni e contribuire alla soluzione di quelli di prossimità e dei Paesi che s’affacciano sul mediterraneo. Operando con sano realismo per ottenere il meglio possibile nelle situazioni date.
Con il dialogo interreligioso e la porta sempre aperta. Per il bene comune e la possibilità per ogni persona di realizzarsi come tale, vivendo dignitosamente del proprio lavoro.
L’Ocse, organizzazione dei 33 Paesi più sviluppati nel mondo.
Essa ritiene che le economie nazionali dell’UE siano competitive e producano bene per l’esportazione. Mentre rimane stagnante il mercato interno (500 milioni di persone!) perché i cittadini non hanno i soldi necessari per comperare i prodotti di cui hanno bisogno. Da qui il ruolo importante della Bce (Banca centrale europea) per finanziare gli investimenti per produrre meglio beni di qualità adatti, lasciando nelle tasche della gente gli euro necessari per acquistarli. Mentre gli Stati devono provvedere a migliorare i servizi di competenza con riforme appropriate, creando le condizioni perché ci sia lavoro per tutti.
I tre fatti accennati hanno in comune il ruolo insostituibile del lavoro per la dignità e la vita dei cittadini, e per puntare ad una economia e uno sviluppo nuovo che abbia al centro il benessere dei cittadini valorizzandone le capacità, come dispone la nostra Costituzione, la Carta fondativa dell’UE e quella della stragrande maggioranza dei circa 200 Stati in cui ad oggi è articolata la convivenza civile mondiale.
Ma che per realizzarsi concretamente ha bisogno del contributo consapevole e responsabile del loro insieme, a partire dalle specificità di ognuno.
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