1 dic 2014

Tra le macerie.

Di Domenico Quirico monferrino, giornalista de “La Stampa” si apprezza tutto, dall’essenzialità del suo fisico alla prosa-poesia su fatti vissuti direttamente in prima persona mescolato ai derelitti o nella micidialità dei conflitti moderni ferocemente inediti.

Da ultimo i suoi servizi dall’Africa colpita dall’Ebola con l’accenno all’aspersione degli astanti con l’acqua usata per lavare i corpi dei defunti.

Ed infine da Aleppo in Siria, da lui definita “città martire” con il centro storico Patrimonio dell’Umanità secondo l’Unesco e la produzione del suo eccellente sapone da toeletta noto in tutto il mondo.

Luogo di convivenza di fedi diverse, dal quale nel 2011 partì la protesta per ottenere una democrazia possibile, cioè che non si venisse incarcerati perché si è fatti crescere la barba o ci si riuniva in più di cinque persone, o per potersi spostare senza autorizzazione, o non essere convocati dalla polizia perché i figli giocavano con biglie intese come potenziali strumenti di rivolta.

Finita l’Armata siriana libera, Domenico dice che ora a farla da padroni restano i soldati del dittatore Assad e le invasate milizie dello stato islamico (Isis).

Tra le macerie sparuti abitanti rimasti perché privi di alternative praticabili.

Finora senza risultati apprezzabili l’encomiabile grande impegno della Comunità di sant’Egidio promotrice di un appello cui hanno aderito Personalità di tutto il mondo, perché Aleppo non diventi un  cimitero ma “Città aperta”, testimone che è possibile continuare a conviverci e che vale la pena riprovarci insieme.

 

 

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