22 ott 2015

Non è tutto oro ciò che luccica.

Nemmeno nel nord-est d'Italia è tutto oro ciò che luccica.

Infatti due rinomate banche di quelle parti sono ricorse per anni ad un trucchetto  gabbando decine di migliaia di risparmiatori e depredandoli di parecchi miliardi di euro.

La racconto come l'ho capita cercando di rispettare l'essenziale, desumendo le informazioni dall'editoriale del "Corriere della Sera" del 19 ottobre scorso.

Per concedere prestiti e mutui ai richiedenti queste banche non badavano alla loro serietà ed alla validità delle attività in atto o da intraprendere dal punto di vista economico e sociale (art. 41 Costituzione), quanto alla loro parallela disponibilità ad acquistare azioni delle banche stesse: tanto ti dò se comperi anche un tot di mie azioni a prezzo sopravvalutato.

Molte di queste azioni sono poi finite sul mercato ed acquistate da piccoli risparmiatori, magari dipendenti delle aziende stesse.

Va da sé che un siffatto modo di operare non poteva che portare alla bancarotta com'è puntualmente avvenuto. 

Con le azioni delle banche interessate che hanno perso l'80% del loro valore.

Tradotto in soldoni significa che sono andati i fumo dai 5 ai 7 miliardi; carta straccia per quanti se le ritrovano in portafoglio; spesso frutto di sudati  risparmi.

Al rapporto fiduciario tra banche e clienti si è sostituito un ignobile "do ut des", dare per avere, tra i due che avviavano l'operazione; uno dei quali, la banca, teneva saldamente il coltello dalla parte del manico.

Ed è finita con il "parco buoi" illuso ed abbindolato, o abusato vellicandone le create subdole aspettative di diventare beneficiario delle briciole del mercimonio.

Che il maneggio indegno sia potuto durare anni e che solo la crisi l'abbia fatto emergere, la dice lunga sulla tolleranza omertosa indotta  dalla commistione tra affari anche loschi e il sano ruolo che le banche sono chiamate a svolgere, distinguendo le prime da quante raccolgono risparmio e lo indirizzano nell'economia reale.

Nei casi di cui si tratta c'è solo  da augurarsi che i colpevoli siano individuati e restituiscano il frutto dell'inganno, mettendo a disposizione risorse e beni comunque intestati di cui hanno la disponibilità.

Salve ed impregiudicate le sanzioni per le responsabilità penali personali.

 

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