Mentre scrivo è iniziato alla Fiat Mirafiori di Torino il voto del referendum, con il quale i lavoratori decidono se accettare o no l’accordo sottoscritto da tutte le sigle sindacali eccetto la Fiom-Cgil.
Si tratta di accordo con più impegnative condizioni di lavoro e di vita per le operaie e per gli operai, in attuazione del quale la Fiat effettuerà investimenti che consentono a oltre 5.000 persone di lavorare con una certa continuità, guadagnando 200-300 euro di più al mese, se tutto andrà come previsto. Attualmente alla Fiat si guadagnano mediamente 1.200 euro al mese mentre nelle fabbriche automobilistiche tedesche oltre 2.000 euro.
Proprio per le sue particolarità l’accordo potrà essere perfezionato nel corso del tempo. Marchionne non ha lasciato alternative: o si mangia questa minestra, o si salta dalla finestra. E il governo di centrodestra ha condiviso questa impostazione.
Nonostante tutto la sfida è aperta e va raccolta e l’esito del referendum sarà quello che conta.
Non vi è dubbio che l’accordo risente della crisi in atto, determinata dai detentori della ricchezza di speculare senza regole sulla finanza, anzicché investire nel lavoro e nell’economia.
Accordo non come “giudizio universale” ma come tappa importante del confronto continuo tra capitale e lavoro, da sviluppare nell’alveo della nostra Costituzione realizzandone il dettato, che attribuisce al lavoro la dignità fondativa della nostra Repubblica.
Mentre il provvedimento esaminato, proposto e sostenuto dal governo, prevedeva che gli interessati potessero fruirne semplicemente invocandolo.
E’ morta Lietta Tornabuoni. Era ricoverata in ospedale per trauma cranico a seguito di una caduta e la stavano per dimettere. Giornalista, critico cinematografico in attività. Eccellente professionista, senso del dovere, etica, generosa, colta,
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