Capacità e senso di responsabilità sono in sintesi le qualità di cui ambiamo si dotino i nostri giovani. Esse si acquisiscono nel tempo e devono disporre di occasioni per manifestarsi ed esprimersi.
A partire dalla scuola con gli otto anni dell’obbligo, poi cinque per il diploma ed ancora gli ulteriori tre o cinque per arrivare a uno dei due tipi di laurea. Contemporaneamente rapporti, amicizie, sport, attività del tempo libero, lavori per mantenersi agli studi. Per non molti ci sono ancora master e specializzazioni varie. Trascorre così da un quarto ad un terzo della vita media di ogni giovane.
Poi il lavoro, cioè la sperimentazione sul campo, nella realtà concreta della vita. In competizione con altri, cercando la propria strada, quella più vicina alle personali aspirazioni, per l’autonomia di sé e con la prospettiva di formare una nuova famiglia.
Attualmente questa sperimentazione in Italia è negata almeno al 25% dei giovani perché, crisi o non crisi, il mercato non ne offre a tutti l’opportunità. Occorre perciò porvi rimedio con politiche che riconoscano la priorità di questo problema, nel solco indicato nell’art. 4 della Costituzione: “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Le esortazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio di fine d’anno, hanno insistito su questo punto: consentire ai giovani di cimentarsi nella vita mediante il lavoro, realizzando così se stessi e fornendo il proprio personale contributo allo sviluppo della comunità nazionale, alimentando la democrazia con le loro idee, l’entusiasmo e la voglia di fare. Ricercando ed innovando per soddisfare le esigenze di cui sono portatori, in armonia con quelle del contesto nel quale operano.
L’ambito per estrinsecare e mettere a punto queste potenzialità è auspicabilmente l’Italia in cui essi vivono e si esprimono. Il confronto che confermi la validità dei risultati raggiunti sarà quello nel mondo globale, nel quale, alla supremazia con la soccombenza degli sconfitti, si sostituirà una scala di valori al cui interno ogni persona deve poter trovare giusta collocazione, che ne valorizzi l’unicità e gli apporti corrispondenti.
Sono d'accordo. Saluti.
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