7 ott 2011

Sul nord Italia l'autunno caldo del meteo

“Sul nord Italia l’autunno caldo del meteo”, titolava il paginone interno de “La Stampa” del 1° ottobre scorso. Un’esauriente panoramica del caldo torrido nel folle mese di settembre, durante il quale agli alberi sono cadute le foglie e contemporaneamente ne sono spuntate di nuove, insieme a gemme e fioriture primaverili; mentre si liquefanno i ghiacciai eterni e le calotte polari. Con temperature che trovano riscontro solo andando a ritroso di secoli, superiori di 2-3 gradi centigradi a quelle medie, già in aumento degli ultimi decenni.

Che si stia guastando qualcosa di importante negli equilibri del globo terracqueo, costituitisi nel corso di milioni di anni, è ormai una conclusione che accumuna studiosi e scienziati, basata su misurazioni e osservazioni serie ed attendibili. Le cause principali sono attribuite a dissennati comportamenti umani ed a stili di vita eccessivi: si depreda la natura patrimonio di tutti i viventi, usando violenza per accaparrarsela; in parte del mondo si abusa di prodotti alimentari e di altri beni di consumo, mentre dall’altra se ne patisce la penuria fino a morirne!

Lo stesso giornale citato, in un articolo di Luca Fornovo, tratta del piano presentato dal ministro Tremonti, per valorizzare gli immobili dello Stato e ridurre il debito.

Il documento risulterebbe infarcito di errori marchiani che ne inficiano credibilità e validità. Si sospetta addirittura che esso sia frutto di “qualche maldestro copia e incolla” tanto che, “scherza un banchiere d’affari, se avessi illustrato una presentazione del genere a un cliente forse mi avrebbero cacciato”.

Proprio così, rileggerlo per sincerarsene.

Perché l’accostamento di due argomenti così diversi?

Perché in entrambi, comportamenti umani riprovevoli arrecano gravi danni agli interessi generali ed al bene comune.

In un caso infatti la materiale, oggettiva impossibilità del Pianeta di riprodurre quanto gli viene proditoriamente sottratto, ne causa il degrado ed il collasso. Mentre nell’altro, le gravi manchevolezze sul piano della serietà e qualità confliggono in modo irrimediabile con quanta ne occorrerebbe per vivere in uno Stato di diritto.

Quindi comportamenti siffatti, non possono più essere accettati né tollerati.

Agli Stati il compito di provvedere in conformità. Ai cittadini ed ai popoli la vigilanza ed il controllo affinché ciò avvenga.

 

 

 

 

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