25 gen 2013

Wolfgang Münchau

L’editoriale dell’inglese Financial Times di lunedì 21 gennaio scorso a firma di Wolfgang Münchau affermava che Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia dopo le elezioni, ed elencava i perché, non ultimo la sua predilezione per la politica della Merkel.

A Monti lo scritto non è piaciuto nel merito né nei toni, ed ha chiesto e ottenuto spazio per replicarvi.

A seguire, l’intervento del direttore Lionel Barber e un altro editoriale non firmato, hanno precisato che Monti e Bersani dispongono di competenza e stima personale utili all’Italia per uscire dalla crisi e garantire l’inizio di una ripresa nuova. E che quanto di buono è stato fatto finora per ridare credibilità al nostro Paese ed all’Eurozona, è frutto del lavoro di Monti e della Banca centrale europea (Bce) governata da Mario Draghi.

Il solo fatto che nella contesa elettorale di casa nostra si sia adombrata una qualsiasi ragionevole disponibilità tra forze politiche a lavorare su punti compatibili dei rispettivi programmi (anzicché continuare a litigare senza costrutto), avrebbe fatto saltare la mosca al naso ad ambienti vicini al Financial Times con il venir meno dell’aplomb anglosassone, da cui il giornale ha preso le distanze ammettendo l’abbaglio?

Oppure la semplice circostanza che in Italia si possa dar luogo ad un governo di centrosinistra capace ed autorevole, è vissuto come fastidio dalla parte più retriva dell’alta finanza britannica?

Circa la cosiddetta pulizia delle liste elettorali.

Il centrosinistra ( e per primo il Partito Democratico) vi ha posto mano per tempo con le primarie, facendo scegliere dagli elettori il leader Bersani e i candidati e risolvendo i pochi casi rimasti applicando le regole disposte da tempo.

Il centrodestra (ed in particolare il Popolo della Libertà) vi si è accinto quando non poteva farne a meno, essendosi accorto che i cittadini non tollerano più indegnità in lista.

Ormai è chiaro a tutti che tra i compiti dei partiti c’è quello di accertarsi che i proposti posseggano i requisiti per operare secondo l’art. 54 della Costituzione, cioè “con disciplina ed onore”.

Con in testa e nel cuore l’interesse dell’Italia e degli italiani, ricordando sempre che la sovranità appartiene al popolo (art. 1 Costituzione).

 

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