Si sentono parlamentari lamentarsi della scarsa considerazione che il Governo nutrirebbe per il Parlamento e viene in mente che a dare lustro e autorevolezza al Parlamento sono i parlamentari stessi eletti dai cittadini, con la qualità dei loro apporti all’attività legislativa ed altro cui sono chiamati.
Nei ruoli di maggioranza o di opposizione, con quest’ultima che controlla, critica e propone all’occorrenza.
Anche rischiando che la maggioranza ne tenga poco o per nulla conto; costringendola però a motivare e ad assumere le responsabilità che conseguono.
Ora invece assistiamo ad un esibizionismo con scarso riscontro in quanto detto.
Vale a dire che le opposizioni a volte ostacolano il lavoro della maggioranza per porla solo tatticamente in difficoltà e potere sminuire l’efficacia del suo fare, senza con ciò dimostrare le proprie capacità e legittimarsi a diventare maggioranza alle prossime elezioni.
Mentre la maggioranza si occupa troppo dei soli numeri di cui dispone in parlamento, incolpando l’ostruzionismo delle opposizioni se il programma che si è dato subisce ritardi attribuibili anche a limiti propri.
In Italia si fa così più che in altre democrazie moderne ed economicamente sviluppate dove invece, quando occorre, maggioranza ed opposizione convengono alla luce del sole compromessi utili e convenienti per l’interesse generale ed il bene comune.
L’auspicio è che in Italia l’avvicendamento democratico al governo del Paese non avvenga a favore di quanti sono più sfrontati a delegittimare l’avversario, ma tra contendenti capaci tra cui prevale il migliore.
Che possa governare e realizzare il programma per cui è stato votato, nel corso dell’intera legislatura.
E non abbia più alibi per non avvalersi del buono e giusto eventualmente proposto dall’apposizione.
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