Paralimpiadi ovvero ricavare opportunità dalle disgrazie riguardandole da prospettive per ciascuno inedite, divertendosi ed entusiasmando.
Rifiutandosi di soggiacere all'ineluttabile destino cinico e baro e scoprendo che anche solo con la metà – sì, proprio fisica – del nostro corpo si è capaci di realizzazioni impensabili.
Donando e ricevendo stimoli vitali.
Un inno alla qualità infinita cui attingere, purchè lo si voglia con determinazione.
Un continuo godere a scoprirsi e scoprire.
Capendo che non è velleitario, che osare si può si deve.
Se la vita è , com'è, emozioni su questa strada occorre addirittura disciplinarle per evitare che straripino.
Un profluvio di medaglie perché le motivazioni fanno la differenza rispetto ai normodotati.
Positività, energia, fiducia, speranza con risultati conseguenti: ottimo viatico per tutti.
Gli ingredienti essenziali di cui la globalizzazione ha bisogno per sviluppi umani e vivere meglio.
Rio de Janeiro gaiamente estroversa, contradditoria e fiera chiude questa edizione dei Giochi come meglio non poteva.
C'è gloria per tutti, tutti abbiamo vinto qualcosa.
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