Tre notizie tra le tante: due
buone, una no. Cominciamo dalle buone.
Vito Mancuso nel suo recente
libro "Questa vita" (Garzanti)
si cimenta sul senso della vita e sostiene in modo convincente che esiste
un'intrinseca armonia dell'agire umano, purché ci si rifaccia all'unicum che
ognuno di noi rappresenta, per costruire con gli altri un mondo a misura di
tutti i viventi: vegetali, animali, umani in sempre più consapevolmente
conquistata comunità d'intenti.
Rimettendo in discussione la selezione
dei migliori a scapito dei meno dotati e dimostrando l'indispensabilità del
contributo di tutti per il benessere comune fonte di gioia nel suo continuo
divenire.
Ne consegue che anche da questo
punto di vista è necessario rivedere i principi dell'economia capitalistica,
nella quale il prevalere di sempre più pochi sulle moltitudini rappresenta un
grave ostacolo al riconoscimento concreto del diritto di tutti i viventi a
condurre una vita dignitosa, cui corrisponde il dovere di fornire il proprio personale
contributo.
Quasi a conferma di quanto
sopra un imprenditore piemontese, la cui azienda medio-grande produce beni di
ultima generazione nel settore della meccatronica con un organico preparato e
partecipe, ha corrisposto ai dipendenti una "tredicesima" doppia come
"doverosa partecipazione agli utili
che il comune lavoro ha prodotto".
Contribuendo così ad inverare
la nostra lungimirante Costituzione che all'art. 41 recita: "L'iniziativa economica privata è
libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge
determina i programmi ed i controlli opportuni perché l'attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
Al conduttore di pub nel
centrale corso Vittorio Emanuele II a Torino invece le cose non vanno
economicamente bene costringendolo a cessare l'attività che svolgeva da lustri
con competente dedizione.
Antesignano nel disciplinare
con paziente autorevolezza opposte tifoserie anche straniere lì per contese del cuore da vivere in diretta televisiva.
Compito arduo come Torino sa
per recente dolorosa esperienza diretta.
È quindi un vero peccato che
chi ha bene operato si trovi suo malgrado nell'impossibilità di proseguire il
proprio lavoro.
Soggiacendo magari a
concorrenze più attente ai vantaggi per sé che alla qualità complessiva del
servizio prestato.
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