Tra le cose da praticare con indefettibile priorità scelgo queste due: lavorare perché tutti possano lavorare; sapere dire le cose giuste, al momento e nel luogo giusto.
Lavoro, lavoro vero sempre, lavoro conforme alle proprie aspirazioni, capacità, esigenze; lavoro retribuito il giusto, lavoro già presente o da inventare seriamente all'occorrenza; lavoro che rappresenti e venga vissuto come dignità personale e sociale. Innestato su una buona preparazione di base da affinare strada facendo.
Sindacalmente valorizzato e difeso intanto come tale e poi negli specifici in cui si declina.
Inserito in una filiera virtuosa che concorra a realizzare la personalità umana e la società nella quale viene svolto.
Quindi il lavoro come vita.
Nella vita di relazione, quindi in politica che lo è per eccellenza, è essenziale sapere dire la cosa giusta al momento e nel luogo giusto; se si nutrono dubbi è meglio tardare a dire o tacere.
Dire la cosa giusta nel momento sbagliato come minimo si spreca un'opportunità, ma spesso il danno è maggiore.
Ne abbiamo la riprova nel lavoro ancora in corso per la formazione del nuovo governo.
Esemplare il comportamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Non altrettanto si può dire di altri.
Ci sono cascati protagonisti sia nuovi che navigati.
Dimentichi che sapere disciplinare il proprio ego può fare la differenza.
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