Continuo a ritenere che valga la pena considerare il bicchiere metà pieno, cioè avere fiducia. Fiducia attiva, partecipata, concreta, giorno dopo giorno, stimolo a perseguire gli obiettivi che ci si dà, trovando conferme strada facendo.
Anche se succedono fatti che paiono congiurare contro questa visione, quasi a dimostrare il contrario: una sorta di tutti contro tutti e si salvi chi può.
Esempi di stretta attualità che aiutano a riflettere.
Un mattino di alcune settimane fa a Torino nella passeggiata lungopò che sfocia all'inizio di corso San Maurizio, ad un giovane che percorreva lieto a piedi la distanza tra casa e lavoro è stata tagliata la gola uccidendolo.
Ricerca del colpevole con accurato lavoro investigativo, qualche mitomane, ma nessun esito concreto. Senonché qualche giorno fa un immigrato si presenta spontaneamente in Questura dicendo di essere l'omicida portando prove a conferma. Altre si stanno cercando e riscontri.
Richiesto del motivo che l'ha indotto a compiere l'efferato delitto ha risposto di avere ucciso un giovane a caso, sconosciuto che ha visto felice, per recare dolore ai suoi cari ed a quanti gli volevano bene.
Vendicandosi così di soprusi patiti nella sua vita familiare, non potendo nemmeno vedere il suo figlioletto la cui ex moglie gli farebbe chiamare papà l'uomo con cui attualmente vive.
Pressappoco nello stesso periodo nel milanese uno scuolabus con 51 studenti delle medie e 3 adulti è stato dirottato ed incendiato dall'autista immigrato; tutti miracolosamente salvi per la prontezza, tra gli altri, di un figlio di immigrati egiziani già nato in Italia, che prima ha nascosto il cellulare per non farselo sottrarre poi ha chiamato i carabinieri fornendo loro tutte le necessarie informazioni per localizzare il mezzo, raggiungerlo e farlo evacuare dagli occupanti prima che il fuoco divampasse.
Dall'insieme traggo conferma che è la fiducia a fare la differenza in meglio.
E che contentezza, gioia, felicità per goderne appieno vanno condivise: almeno in due.
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