16 apr 2013

Caterina e Prosperina.

Dagli aneddoti di una vita raccolti dalla viva voce delle sorelle Caterina e Prosperina, emerge una storia d’amore senza fine che ha come protagonista Augusto, brizzolato insegnante di liceo sullo sfondo della seconda guerra mondiale ormai all’epilogo.

Per sfuggire all’Ovra, l’occhiuta polizia segreta fascista che lo sta braccando, Augusto trova ricetto in una gelida stanzetta nella stessa casa in cui abitano le giovani, la cui famiglia vive con il lavoro nella locale attività tessile.

Il fuggiasco manifesta la sua identità e viene accolto ed aiutato. Egli contraccambia mettendo a disposizione sapere ed esperienza. Al ciarliero imbianchino che l’aveva riconosciuto viene imposto di tacere.

Le sorelle sono brave nel canto di cui si giova la corale della parrocchia dove celebra un loro zio domenicano, e l’ospite nelle serate in casa con il repertorio di arie e canzoni d’epoca. Tra Caterina e Augusto sboccia l’amore mentre Prosperina più giovane s’avvale del suo insegnamento, testimoniato dal dono della Divina Commedia con lusinghiera dedica.

Finisce la guerra ed è matrimonio concordatario, ma in sagrestia, celebrato a Torino da don Peyron, testimoni per lo sposo il suo barbiere e lo spazzino del quartiere, per la sposa suo papà.

Le frequentazioni della coppia sono le migliori menti d’Italia, nelle lettere, scienze, arti e professioni: Antonicelli, Mila, Salvemini, Rossi e via discorrendo.

Stupiva gli ospiti l’esiguità della biblioteca di Augusto: poche decine di testi in un modesto mobile a muro.

A passeggio per Roma con la sposa, Augusto si rivolge al carabiniere di guardia al portone delle carceri di Regina Coeli, per rivedere l’interno nel quale venne recluso dopo la condanna comminatagli dal Tribunale speciale come antifascista: “s’accomodi professore” è la risposta del militare che l’aveva immediatamente riconosciuto.

Franco Antonicelli a pranzo, scoppia in una fragorosa risata alla domanda se era gay rivoltagli con ingenua impertinenza da Caterina.

Ernesto Rossi, affetto da una leggera balbuzie al cambiar del tempo, telefonava spesso di primo mattino ad Augusto per trattare argomenti più disparati: una volta asserì che Papa Giovanni XXIII intrattenne in gioventù un’affettuosa amicizia femminile!

Il quale Papa era nato nel 1881 lo stesso anno di Augusto, che in Piazza San Pietro alla fumata bianca per la sua elezione esultò lanciando in aria il cappello, gridando: bravo coscritto! Adesso fagli vedere come si fa!

Post scriptum: i personaggi della storia sono Augusto Monti di Monastero Bormida (Asti) insigne docente di liceo, intellettuale, scrittore, la sua seconda moglie Caterina Bauchiero e sua sorella Prosperina di Chieri (Torino).

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