5 apr 2013

Decalogo (in minore).

M’è capitato tra le mani il decalogo convenuto nel 1991 tra l’allora giovane nuova amministrazione di Villafranca d’Asti ed il Personale, durante la prima delle due tornate in cui essa amministrò il Comune.

La sua applicazione stimolò l’espressione del meglio di ciascuno con buoni risultati. Lo si riporta per questo e per quanto di utile se ne potrebbe ancora trarre.

 

Obiettivi e comportamenti relativi.

1.      Obiettivo generale prioritario del comune è la fornitura al pubblico di servizi cui esso ha diritto, operando con efficienza, efficacia, economicità.

2.      Il Personale deve contribuire a quanto sopra con il massimo di professionalità e senso di responsabilità.

3.      La collaborazione e l’aiuto reciproco tra il Personale e tra Personale e Amministrazione sono importanti, essenziali, per il miglior raggiungimento degli obiettivi; ad esempio chi sottopone ad altri un problema deve anche dire la sua motivata proposta di soluzione.

4.      All’interno delle direttive ricevute ogni operatore deve auto-organizzare il proprio lavoro secondo i criteri di efficienza, efficacia, economicità.

5.      Ogni operatore è direttamente responsabile della esecuzione di quanto affidatogli, ovvero di quanto di sua competenza.

6.      Qualunque operatore a conoscenza di situazioni particolari o di emergenze deve agire, s’è possibile, direttamente e sollecitamente per evitare incomodi o danni, e/o avvisare chi di competenza.

7.      In situazioni prive di alternative sono incoraggiate iniziative anche non di competenza purché atte ad evitare un male, ovvero a conseguire un bene.

8.      L’assenza, ovvero la carenza di disposizioni specifiche, non esime dal compiere atti ovvi, ovvero consuetudinari, così come in situazioni dubbie, piuttosto che non fare per timore di sbagliare è meglio fare rischiando di sbagliare.

9.      E’ apprezzata l’imprenditività, cioè la disponibilità/capacità di assumere decisioni adeguate anche in assenza o carenza di disposizioni gerarchiche specifiche.

10. Ricordare che agli occhi della gente chi è investito di un ruolo pubblico rappresenta, di fatto, l’Ente di appartenenza.

 

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