All’Atac di Roma, storica azienda tranvie e autobus, sono venuti alla luce biglietti falsi per 70 milioni, venduti per anni dalla stessa Atac.
Connivenze? controlli inadeguati? altro? Se ne occuperanno gli inquirenti ed i magistrati.
Intanto si ripulisca l’azienda, adottando nei confronti dei responsabili del servizio interessato, i provvedimenti previsti dalle norme interne.
Uno scandalo maturato con la Giunta Alemanno; una gatta da pelare per il nuovo sindaco Marino. Le beffe per gli utenti dei trasporti capitolini, ingannati dai preposti a fornire servizi efficienti al giusto prezzo. Per tutti l’amara considerazione che non si è paese civile senza principi etici condivisi e concretamente praticati. A partire dall’onestà, che non è una caratteristica che tocca in sorte, ma un’impegnativa scelta di vita coerentemente applicata giorno dopo giorno.
I ritardi nel fare le cose, pur reputate necessarie e possibili, sono anche dovuti all’insufficiente comprensione che di esse hanno i cittadini. Urge quindi sviluppare il sapere per capire questo tempo e incidervi. Utilizzando magari disponibilità e competenze che la crisi relega inattive ai margini.
In questo senso la mobilitazione cui Papa Francesco ha chiamato la Chiesa, potrebbe rappresentare un esempio stimolante e coinvolgente.
Il devastante tifone sulle Isole Filippine non è una maledizione, ma la drammatica conseguenza di dissennati comportamenti umani, che stanno deteriorando delicati equilibri su cui si regge la vita sulla Terra. Porvi rimedio dipende solo da noi. Con responsabilità proporzionate al potere di cui si dispone.
Per sconfiggere, scacciare la crisi bisogna creare lavoro, unico modo per produrre vera ricchezza.
Un posto di lavoro costa mediamente 60.000 euro; in Italia ne mancano 4 milioni. Per ripartire supponiamo di crearne 300.000. Quindi occorrono 18 miliardi di euro, poco più di un punto di Pil.
In Italia questi denari ci sono; chi li ha li metta. Meglio presto, prima che le circostanze lo impongano.
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