Nemmeno la fantasia più sbrigliata poteva immaginare che alle elezioni europee del 25 maggio prossimo Forza Italia arrivasse con un leader ammaccato, in affidamento ai servizi sociali presso cui sconta una condanna per evasione fiscale.
Al quale, in mancanza di meglio, è affidato l’improbo compito di ridare speranza ad una compagine sfiduciata e delusa, e di rimontare un consistente calo di consensi nel corso di una impegnativa e difficile campagna elettorale.
Probabilmente il suo commiato dai vertici della politica militante.
Dipenderà da lui se sarà il canto del cigno o l’ultimo bluff.
Il Partito Democratico ha investito energie fresche nelle candidature con equilibrate presenze di genere, come già aveva fatto il governo nel recente rinnovo dei manager di importanti aziende di Stato.
Le ragioni di questo impegno sono diverse e tutte importanti.
Confermare la vocazione europeista dell’Italia e la nostra decisa volontà di cofondatori e protagonisti, convinti che lo sviluppo dell’Unione si realizzi facendo virtuosamente interagire il meglio di ciascun Stato membro. Disposti in questo senso alla cessione di sovranità, per dotarsi di organismi che consentano all’Unione di operare con efficace coesione unitaria nel mondo globale.
Auspici e obiettivi tutti da conquistare.
Convincendo gli euroscettici e debellando le anacronistiche, fallaci e pericolose derive “no euro” e l’immemore ritorno al provincialismo delle economie ed alle monete nazionali con inflazioni a due cifre, e sotto scacco di valute forti che le sovrastano e annichiliscono.
Utilizzando il semestre di presidenza italiana del Consiglio d’Europa, per affrontare il problema dell’immigrazione dai Paesi mediterranei verso l’Europa attraverso l’Italia.
Svolgendo un ruolo propositivo e di leale apertura verso gli Stati che guardano con fiducia all’Unione; nel rispetto della loro sovranità e delle volontà dei popoli che li abitano.
Ragionando con gli Stati mediterranei per costruire insieme politiche che affrontino i problemi e prevengano emergenze e crisi; creando in loco le condizioni che consentano alle popolazioni di progredire autonomamente nella qualità della vita.
Utilizzando la sagace autorevolezza del Vecchio Continente per avviare a soluzione la questione israelo-palestinese di due Stati per due Popoli.
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