28 apr 2014

Perché nulla su questa terra è per sempre.

Il 18 aprile scorso è morto a Città del Messico lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Márquez, aveva 87 anni.

Nobel nel 1982 con il romanzo “Cent’anni di solitudine” scritto nel 1967.

Con Garcia l’America Latina ha trovato il suo cantore: umile, modesto, sublime.

Amico di Bill Clinton e di Fidel Castro.

Disse di lui Vargas Llosa: in politica no, ma come scrittore è un gigante.

Disse di sé: amo il giornalismo più di tutto.

Disse di Rossana Rossanda allora direttrice de il Manifesto: è la donna più intelligente che io abbia conosciuto.

 

25 Aprile 2014. 69° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

La Resistenza è l’apoteosi della capacità di una moltitudine di individualità perlopiù giovani, di farsi esercito partigiano e Stato. Prendendo in mano le sorti dell’Italia nel corso di venti mesi, contro i resti del peggiore fascismo asservito all’invasore tedesco agguerrito e crudele.

Entrambi battuti e vinti.

Pagando un prezzo elevato in vite umane.

Un indelebile marchio di eroismo quotidiano consegnato alla storia d’Italia come insegnamento e monito perenne.

A dimostrazione che la libertà e la dignità sono valori per la cui difesa e riconquista vale la pena di mettere in gioco la vita.

Poi la Costituzione democratica con diritti e doveri inerenti e correlati, da inverare ogni giorno.

Perché nulla su questa terra è per sempre.

 

1° Maggio 2014. Festa del lavoro e dei lavoratori. 128° anniversario dello sciopero generale che porterà ad ottenere le otto ore lavorative negli Stati Uniti, e da lì nel mondo.

Intanto lavoro e lavoratori senza i quali non ci può essere festa.

La mancanza di lavoro e la patologica riduzione dei lavoratori, specie tra i giovani, denota gravi anomalie e lesioni all’essenza stessa della nostra Costituzione, che devono essere rimosse.

Siccome permangono difficoltà a sviluppare lavoro per produrre ricchezza, a motivo della ritrosia di chi ha i soldi ad investirli in questo senso, è da lì che bisogna ripartire.

Sapendo poi trarre dalla crisi ogni utile indicazione per riconoscere al lavoro ed ai lavoratori l’importanza che meritano, e quanto loro spetta secondo equità e giustizia.

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