L’associazione “Valle Belbo Pulita” con il suo presidente Gian Carlo Scarrone, ripresa da “La Stampa” 16.9 scorso, ha denunciato l’inquinamento del rio Tinella che sfocia nel torrente Belbo, così:
“È’ iniziata la vendemmia, il tempo in cui la natura ripaga le fatiche degli agricoltori delle nostre colline. La vendemmia è stata nel tempo dei tempi sempre un momento di festa per tutti: si pigiava l’uva coi piedi, si spillava il mosto, nella vigna anziani e giovani cantavano allegramente.
Ora tutto è cambiato, il rito della vendemmia è caduto in oblio. È subentrata la frenesia del raccolto e del conseguente profitto da ottenere anche a scapito della natura, della terra che ci dà i suoi preziosi prodotti, dell’acqua che ci purifica e ci ristora.
Il rio Tinella, il principale affluente del Belbo, in questi giorni sembra una fogna a cielo aperto. L’inquinamento, percepito anche solo con un’occhiata veloce, ha raggiunto un livello pericoloso per l’igiene pubblica.
Se non si provvede subito a sollecitare chi inquina ad assumere un comportamento corretto e a cambiare mentalità, ci vorranno azioni di bonifica molto costose e si rischieranno sanzioni pesanti da parte dell’Unione Europea”.
Sintetico, chiaro, ineccepibile.
Per dimostrare di meritarci il recente, ambito riconoscimento UNESCO, situazioni come questa devono essere sollecitamente risolte con la responsabile partecipazione di quanti cui compete.
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