Con una delle mie nipoti in quarta elementare (o già quinta?) mi sono impegnato a scriverle una lettera ogni mese per tutto il 2018 su argomenti più disparati che presumo di suo interesse.
Per quella di settembre conto di inviarle la presente paginetta.
Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia, di doman non c'è certezza.
Verso di Lorenzo il Magnifico se ben ricordo.
Quando il grand'uomo lo espresse le persone vivevano in media meno di quarant'anni. Ora gli uomini superano gli ottanta, qualcuno in più per le donne.
Quindi si ha la certezza di restare giovani più a lungo.
È un bel disporre che dipende, checché se ne dica, da ognuno.
Per goderne appieno questa opportunità deve essere gestita, occorre quindi avere testa, più testa, migliore testa. Assecondando l'arcobaleno dei propri desideri, aspirazioni, voglie per esprimere prima possibile quanto si sente dentro e realizzarlo in divenire nel tempo Dandosi una base culturale generale ben fondata, solida, duttile e aggiornandola in continuazione per attingervi quanto serve nel proseguire il percorso intrapreso.
Galvanizzato dai successi ed assumendo come stimoli a fare meglio: difficoltà, traversie, errori, sconfitte.
"Chi fa da sé fa per tre" è un proverbio tuttora valido nel contesto decisionale che vede partecipi tutti gli interessati, ripartendo poi personalmente compiti e responsabilità afferenti la realizzazione di quanto deciso.
L'elisir della giovinezza ad ogni età suggerisce inoltre di camminare un po’ tutti i giorni, dormire di gusto la notte, mangiare con appetito mai completamente saziato, sorridere, amare senza limiti.
Di mio aggiungerei: stare bene con le persone con cui si ha a che fare, compiacersi dell'altrui realizzarsi, prestarsi se richiesto od avvertendo che occorre, esprimere naturale gaia vitalità.
In estrema sintesi: provare un inesprimibile intimo piacere a fare bene le cose per sé e per gli altri viventi qui ed ora.
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