Fa ben sperare la conferma che il dialogo e la pazienza sono delle virtù sia da parte della moltitudine di persone che ha mai smesso di praticarle sia con gli insistiti richiami e testimonianze di Sergio Mattarella Capo dello Stato e di Papa Francesco.
Perché nel guazzabuglio politico-sociale in cui ci siamo cacciati pare non se ne possa fare a meno se vogliamo uscirne in avanti, cioè con le cose che vadano meglio per tutti e la priorità per quanti stanno peggio.
Dialogo e pazienza intanto con noi stessi, poi in famiglia, tra famiglie, nella vita sociale che ognuno normalmente conduce. Nel lavoro con le sue ormai innumerevoli modalità di svolgimento, accumunate dal fatto che l'umano stenta a riconoscersi anziché emergere rispetto al tutto; mai dimenticando che sul lavoro è fondata la nostra Repubblica con la bella Costituzione tutt'ora in divenire quanto all' applicazione.
Dialogo e pazienza in qualsiasi attività attraverso le quali ci si relaziona con altre persone e con esse si affrontano situazioni e problemi che richiedono il concorso di tutti.
Convenendo ad esempio che i dieci Comandamenti dispongono in modo autorevole quanto è giusto fare e quanto no.
Proponendoci personalmente di rifuggere da quanto ci giova se nuoce ad altri.
Dialogo e pazienza perché così operando le persone coinvolte danno il meglio di cui tutti beneficiano. Fidenti che altri emulino, specialmente se ricoprono ruoli di pubblico servizio, in una sorta di virtuosa didattica diffusa nella quale chi sa fa giovare del proprio sapere quanti non sanno e vi si rivolgono per risolvere i loro problemi.
Dialogo e pazienza per realizzare luoghi e condizioni in cui i portatori di problemi e di soluzioni si incontrano, interagiscono e producono risposte sempre migliori, più avanzate e giuste.
Dialogo e pazienza perché di queste virtù si alimenti continuamente l'agire del Mondo indotto - per quanto umanamente possibile - a fare prevalere armonia, qualità, felicità.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento. A presto.