25 mag 2011

Referendum (e Nizza Monferrato)

Un cenno su Nizza Monferrato, realtà significativa della provincia di Asti in cui si è votato il 15-16 maggio scorso. Il Comune era stato commissariato dopo la crisi della maggioranza di centrodestra e le conseguenti dimissioni della maggioranza dei consiglieri.

I nicesi hanno premiato la giovane squadra costruita da Flavio Pesce (centrosinistra) già sindaco della città, riconoscendogli un buon 43,4% che gli consente di tornare sotto il “Campanon”, simbolo della municipalità.

Il centrodestra diviso in tre liste, è stato battuto e non gli resta che recriminare sul mancato accordo unitario, che lo relega nei banchi della minoranza.

Nei giorni 12-13 giugno prossimo ci sarà il referendum ed i cittadini sono chiamati ad esprimersi su quattro importanti quesiti.

1.   Scheda rossa. Riguarda la “privatizzazione” dell’acqua, cioè l’affidamento ai privati del servizio di approvvigionamento e gestione dell’acqua potabile.

§  Votare SÍ se si è contro la privatizzazione;

§  Votare no se si è a favore della privatizzazione;

2.   Scheda gialla. Riguarda ancora la “privatizzazione” dell’acqua. Cioè dopo averla affidata ai privati si consente che questi – oltre alla giusta remunerazione del capitale investito – abbiano anche un guadagno di impresa, un profitto.

§  Votare SÍ se non si vuole che i privati – oltre alla giusta remunerazione del capitale investito – lucrino anche un profitto;

§  Votare no se si è favorevoli che i privati lucrino anche un profitto;

3.   Scheda grigia. Riguarda la costruzione di centrali nucleari.

§  Votare SÍ se si è contrari alla costruzione di centrali nucleari in Italia;

§  Votare no se si è favorevoli alla costruzione di centrali nucleari in Italia;

4.   Scheda verde. Riguarda il “legittimo impedimento”, cioè se riconoscere al presidente del consiglio ed ai ministri il diritto di non presentarsi in tribunale nei processi che li riguardano.

§  Votare SÍ se si è contrari a riconoscere questo diritto al presidente del consiglio ed ai ministri;

§  Votare no se si è favorevoli a che il presidente del consiglio ed i ministri abbiano questo diritto, scudo o privilegio, che tutti gli altri cittadini non hanno.

Affinché il referendum sia valido occorre raggiungere il “quorum”, cioè deve votare almeno il 50%+1 degli elettori.

Ricordare che si potevano risparmiare alcune centinaia di milioni di euro, accorpando il referendum alle elezioni amministrative del 15-16 maggio scorso. Ma il governo si è opposto. I maligni dicono per rendere più difficile il raggiungimento del “quorum”, perché si tratta di un referendum non di suo gradimento, in quanto sottopone al giudizio diretto dei cittadini – che le possono abrogare, annullare – alcune importanti e discutibili decisioni del governo stesso e della maggioranza di centrodestra che lo sostiene in parlamento.

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