Oltre il 95% dell’attività produttiva italiana è frutto di imprese con meno di 15 addetti. A queste imprese le banche fanno credito con il contagocce chiedendo interessi elevati e garanzie esorbitanti. E sì che le banche prendono denari dalla Bce (Banca centrale europea) a basso interesse (1%?) proprio per aiutare la ripresa dell’economia. Ma loro ritengono più conveniente e meno rischioso finanziare il restante 5% di imprese medie e grandi.
E’ troppo chiedere alle banche di fare il loro mestiere, anche se questo comporta qualche sacrificio, per uscire dalla crisi?
Il 90% circa delle entrate fiscali proviene dalle tasse pagate da dipendenti pubblici e privati e dai pensionati, e prelevate direttamente dai loro corrispettivi.
Un rilevante numero di datori di lavoro dichiarano imponibili Irpef inferiori a quelli dei loro dipendenti.
Ambedue le circostanze sono inique; la seconda è anche inverosimile. Ormai notorie, sono quindi rimediabili. Basta volerlo.
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari e comproprietario dei treni “Italo” che a breve faranno concorrenza a quelli delle ferrovie dello Stato, ha dichiarato che bisogna alleggerire il carico fiscale sulle imprese, lavoratori e pensionati, trasferendolo sulle rendite e sui patrimoni rilevanti.
Dopo un auspicio così autorevole, cosa si aspetta a farlo?
Caduta verticale delle nuove immatricolazioni di autovetture. A questo si aggiunge il fatto che la capacità produttiva del comparto in Europa era già di molto superiore alla domanda, quando questa si manteneva sostenuta; figuriamoci adesso. Lo scarto tra domanda ed offerta non può essere colmato con la martellante e costosa pubblicità, con la quale i vari marchi si contendono gli acquirenti che rimangono, nonostante le difficoltà economiche e l’accresciuta consapevolezza che ci si può spostare anche in altro modo.
E allora?
Stato, regioni, province e comuni devono soldi per forniture e lavori non pagati dopo mesi di attesa. I fornitori e le imprese devono soldi ai primi per le tasse.
Perché non si scalano le tasse dai crediti?
L’Italia è il primo paese al mondo per consumo di cellulari. E ne produciamo nemmeno uno. Analogo discorso potrebbe valere – ad esempio – per i componenti di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la cui installazione ci ha consentito in pochi anni di produrre il 25% circa del nostro fabbisogno.
Lavoro per tutti e Made in Italy potrebbe essere un matrimonio d’amore.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento. A presto.