- La modernizzazione dell’Italia dopo l’Unità è iniziata con la costruzione di 16.000 chilometri di ferrovia;
- per essere appetibile l’utilizzo del treno deve essere competitivo con altri mezzi di locomozione;
- i treni sono l’alternativa trasportistica ecocompatibile di cui disponiamo: utilizzarla al meglio dipende da noi;
- l’alta velocità consiste nel risparmiare un’ora e mezza rispetto all’intercity su un percorso di 500 chilometri;
- la Tav da Torino a Lione più che soddisfare esigenze attuali intenderebbe rispondere a quelle future ipotizzabili;
- sui binari possono viaggiare treni di gestori diversi: quelli privati si propongono di guadagnare subito; Trenitalia può e deve essere più lungimirante, nell’interesse del Paese;
- l’obiettivo deve essere che Trenitalia fornisce un servizio nell’interesse pubblico e generale, di qualità, che soddisfi esigenze manifeste e sviluppi potenzialità, con il bilancio in pareggio;
- per Asti e l’Astigiano Trenitalia deve concorrere a garantire la mobilità per la vita delle persone e delle attività produttive, per il turismo, l’ospitalità, il godimento dell’ambiente, della storia, arte, cultura, folclore, promuovendo e rendendo gradevole l’utilizzo della ferrovia;
- da coltivare l’idea già nota di utilizzare le ferrovie intorno ad Asti per collegare la Città capoluogo e i comuni limitrofi: una sorta di metropolitana;
- riconoscere al Piemonte migliori opportunità di mobilità interna a mezzo ferrovia, anche per “compensare” la riduzione dei collegamenti diretti con il territorio nazionale;
- “rami secchi”, cioè tratte ferroviarie da tagliare perché non servono? Prima occorrerebbe dimostrare che non esiste più la richiesta del servizio reso finora, e che ciò non è dovuto ad inadeguatezze del servizio stesso, che avrebbe dissuaso l’utenza dal farvi ricorso.
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