Il dramma di Aylan migrante di tre anni raccolto sulla battigia in Turchia morto annegato, ci ripropone l'interrogativo: perché è toccato proprio a lui bimbetto innocente mentre i rei di tanto male vengono risparmiati?
E più in generale, perché c'è chi muore dopo pochi secondi di vita mentre altri superano il secolo?
Ingiustizia cosmica o qualcosa di diverso accettabile dalla ragione?
Assumo che a tutti gli umani viventi sia dato di esprimere compiutamente la propria irripetibile unicità.
C'è chi lo fa nei pochi secondi di vita a disposizione inducendo effetti che durano nel tempo
Ad altri occorre l'intera esistenza per raggiungere la sufficienza in relazioni così implicanti tra unicità.
Tra penuria e dovizia, ovvero tra poco e molto, c'è la "normalità" con le sue possibili infinite variabili.
"Normale" si può definire quella riferibile ad Aylan, in questo caso testimone della non irragionevolezza dell'assunto.
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