Dal reportage di Domenico Quirico da Horges, Serbia (La Stampa 18.9 scorso), riassumo.
I migranti che trovo lì sono diversi, irriconoscibili da quelli che ho incontrato in altre difficili circostanze facendo il mio lavoro.
Sono diventati più duri e determinati; decisi ad ottenere un posto in cui vivere e lavorare in pace.
Ho l'impressione che lo pretendano.
Sanno organizzarsi, una marcia, un corteo; cartelli con materiali di ricupero con scritte appropriate: Grazie Serbia!, Europei: questi sono i vostri diritti umani?. E poi intrattenere rapporti, reperire taxi, trovare stazioni e treni, procacciarsi quanto serve per campare adattandosi all'ambiente e reagendo positivamente.
M'è rimasta impressa una giovane donna con il suo bambino: sa il fatto suo, consapevole, determinata, serena; con una mano lo sorregge e con l'altra lo rinfresca amorevolmente con l'acqua di una bottiglia di plastica.
Di mio aggiungo.
L'Europa è opulenta rispetto a loro. I suoi giovani sono però indispettiti, irritati, arrabbiati per quanto gli tocca in sorte: 40% di disoccupazione.
Scolarizzati, diplomati, laureati; la stragrande maggioranza disponibili a lavorare purchè dignitosamente. Molti scoraggiati, amareggiati, avviliti il lavoro non lo cercano neanche più e vivacchiano rintanati nel proprio guscio.
Se questa generazione decide di mettere in comune i problemi e richiederne la soluzione ci sarà molto da fare.
A tenerli a bada non servirà la repressione che ha fermato le "primavere arabe", o le blandizie a mascherare gli egoismi degli Stati nazionali, gli stessi che ritardano il cammino dell'Europa verso il federalismo; magari desiderando che ci fosse già quando le crisi evidenziano viepiù i limiti e le inadeguatezze di quanti dovrebbero provvedere.
Potrebbe presentarsi il momento in cui sarà pressante l'obbligo di risposte serie, giuste, eque, solidali ai problemi, per potere proseguire insieme lo stimolante impegno per una vita migliore.
In difetto la giovane generazione del tempo potrebbe operare direttamente per soddisfare le proprie esigenze vitali.
Trattandosi di evento senza precedenti cui rifarsi non è possibile nemmeno congetturare gli esiti.
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