America attonita, bookmaker sul lastrico, bagarini impazziti, esperti e giornalisti esterrefatti; lo stadio da tennis più grande del mondo con l'ingresso che costa un occhio della testa "costretto" a vedere una partita che nessuno sognava potersi giocare e che nessuno aveva mai visto e forse mai vedrà (Vittorio Zucconi "la Repubblica"), le stesse protagoniste un po’ sorprese.
Due normali ragazze pugliesi che giocano bene e vincono da parecchio si giocano tra loro la finale del più ambito trofeo statunitense l' Us Open.
Flavia Pennetta e Roberta Vinci due grandi amiche abituate a non risparmiarsi mai, prima di giocarsela tra loro hanno superato le avversarie senza timori reverenziali.
Atleticamente equilibrate, belle persone le due amiche hanno giocato come sanno e non come le avversarie si aspettavano giocassero: tranquille, agili, pulite, precise, accorte, quanto serve di furbizia, servizio a velocità umana.
Poi corsa, tanta corsa riuscendo ad imporla anche alle avversarie, alla leader Serena Williams in particolare di altra stazza e potenza e conseguente fatica di tipo diverso, cui le nostre connazionali erano avvezze e loro meno.
Ed il pubblico invitato simpaticamente ad applaudire, avvinto dallo spettacolo applaude a scena aperta.
Come se tutto questo non bastasse, Flavia la vincitrice dichiara che nel corso dell'anno si ritirerà, si sposerà e farà altro.
Grata allo sport cui deve molto.
Consapevole che l'esistenza ha in serbo altre sorprese altrettanto gratificanti meritevoli di essere vissute.
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