Per valutare se e quanto siano serviti all'Italia, al lavoro ed ai lavoratori i 14 anni di Sergio Marchionne alla Fiat occorre partire dalla situazione fallimentare per porre rimedio alla quale egli era stato chiamato.
Allo stato e di massima si può affermare che il peggio è alle spalle, si sono fatti passi avanti ed altri sono possibili sempreché i chiamati a sostituirlo ed il capitale nel suo insieme non demordano dall'impegno, competenza e dedizione da egli concretamente profusi, e poi richiesti ai collaboratori più direttamente coinvolti ed alle parti in causa.
Alla giusta obiezione di quanti fanno notare che i posti di lavoro in Italia nella galassia Fiat sono diminuiti perché i componenti delle varie vetture, automezzi ed altro in produzione sono realizzati fuori Italia, occorre rispondere con la realizzazione di diversi e più avanzati equilibri per il conseguimento dei quali prevalgano investimenti per le novità, la qualità e la programmazione nel tempo da effettuarsi prioritariamente nel nostro Paese.
L'auto a guida informatica e quella a propulsione con energie rinnovabili, con le innovazioni relative, devono utilizzare l'Italia come realtà già predisposta per svilupparne al meglio le potenzialità con il valore aggiunto di saperi, competenze ed esperienze affermate.
Insieme all'importanza che egli attribuiva nel suo fare al guizzo d'ingegno, alla pensata che risolve ed ai naturali suoi limiti, vizi e virtù, va riconosciuta a Sergio Marchionne la pratica concreta che è l'insieme del lavoro umano a migliorare le condizioni di vita di tutti e per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento. A presto.