Due donne ultraottuagenarie - entrambe vedove - conosciutesi da poco, dopo avere parlato un po’ del più e del meno entrano in confidenza.
- Sai, avevo trent'anni sposata con un uomo che mi piaceva, si andava d’accordo in tutto … però ...;
- Però … ripeté l'altra incuriosita;
- A me sarebbe piaciuto avere almeno un figlio o una figlia ma lui non voleva perché allevarli costano fatica e fastidi. A questo penso io, gli avevo già detto più volte, per te non cambia nulla; anzi non dovrai più prestare tutte le attenzioni come adesso per non mettermi incinta;
- Lui come reagì ? ... insistette l'amica;
- Non se ne dette per inteso; tenero come sempre, pieno di premure, giocherellone, ma di tenerlo dentro il tempo necessario nemmeno un tentativo! Qualche malizia la imparai anch'io …: lo strinsi a me nel momento topico ma la gravidanza non arrivava;
- Ma che diamine, incalza l'amica; potevi farlo ingelosire magari negandoti qualche volta.
- Ricorrere a sotterfugi non mi piaceva; dire pane al pane e vino al vino come ci eravamo sempre comportati reciprocamente mi pareva la strada giusta.
- Quindi insistesti ancora con lui o cos'altro ti inventasti ?
- Quando mi desiderava me lo faceva capire più che con le parole con un rituale tutto nostro da cui traspariva anche l'intensità del desiderio. Attesi con pazienza che si verificasse una di queste circostanze e, per quanto ne sapessi, non solo l'assecondai ma lo indussi ad abbandonarsi al piacere bisbigliandogli: mettimi incinta, mettimi incinta.
- Perbacco che intuizione hai avuto !
- Mai amplesso riuscì così coinvolgente ed all'unisono ed il prodotto fu la nostra meravigliosa figlia cui egli dedicò il meglio di sé contraccambiato.
- Sospiro dell'amica che mormorò quasi parlando tra sé e sé: bei tempi certo e bell'età la nostra allora. E fa ancora piacere adesso sentirlo raccontare.
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