27 feb 2019

Basterà il "contratto di governo" ?

Per le elezioni regionali in Sardegna del 24 febbraio scorso si potrebbe ripetere quanto scritto a proposito di quelle in Abruzzo di due settimane fa, con qualche differenza non da poco: il M5S ha perso ancora più voti; la Lega ne ha guadagnati assai meno di quelli ipotizzati e sperati.

Ma veniamo ai numeri.

Ha votato solo il 53,7% degli aventi diritto.

I candidati alla presidenza della Giunta in base ai risultati di 1731 sezioni su 1840, (possono ancora cambiare di poco le percentuali senza incidere sulla sostanza) hanno ottenuto i seguenti risultati:

-         Solinas, centrodestra, ha vinto con il 47,8% dei voti;

-         Zedda, centrosinistra, secondo con il 32,9%;

-         Desogus M5S, terzo con l'11,2%;

-         Maninchedda, quarto con il 3,4%

-         Pili, quinto con il 2,3%;

-         Murgia, sesto con l'1,8%;

-         Legis, ha ottenuto lo 0,6%.

Il M5S ha perso circa 300mila voti rispetto alle elezioni politiche del 4.3.2018.

Il Partito Democratico è il primo partito dell'Isola con il 13,5%.

La Lega è il secondo con l'11,5%;

Il M5S è il terzo con il 9,7%;

Forza Italia è quarta con l'8,2%.

Penalizzato ormai senza freni il M5S, premiate le coalizioni (formata da ben 11 formazioni quella di centrodestra).

Zedda sindaco di Cagliari ha retto bene il confronto consentendo al Partito Democratico di ricuperare e di essere il più votato.

A differenza delle elezioni in Abruzzo la Lega ha dato un normale apporto di voti alla coalizione di centrodestra ma non così determinante: là il 27,5%, qui l'11,5%.

Solo Dio sa come la Lega potrà continuare a stare al governo dell'Italia contribuendo a deprimere il M5S che, ricordiamolo, ha in Parlamento oltre il 30% mentre la Lega solo il 18% circa.

Basterà il “contratto di governo”?

Per certo l'Italia trarrebbe giovamento da un fisiologico ricambio dei governi a tutti i livelli istituzionali a partire da quello nazionale, interpretando al meglio problemi ed esigenze e traducendoli in progetti di sviluppo armonico in cui maggioranze ed opposizioni diano il meglio di sé per il bene comune e l'interesse generale.

Disciplinandosi e subordinandosi come forze politiche con coraggio e generosità per fare cose buone e giuste con “disciplina ed onore”. (art 54 Costituzione).

 

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