Il nostro governo fa la politica del giorno per giorno a tamponare, senza un occhio al domani come prospettiva di riferimento e per capire dove s'intende andare. Ministri con la felpa che fa comodo al momento, o in doppiopetto che non si sa se parlino come tali o come capi di partito in permanente campagna elettorale. Che dicono, disdicono, si contraddicono, imperturbabili.
Non si riesce nemmeno più a distinguere la “boutade”, l'esagerazione della propaganda elettorale dal serio lavoro politico che significa risolvere i problemi dell'Italia e degli Italiani con l'Europa, lavorando insieme agli altri Stati che ne fanno parte: in particolare Germania, Francia, Spagna, che con l'Italia dell'Europa Unita sono stati i precursori.
Per avere un quadro di come stanno le cose si può leggere l'editoriale del direttore uscente de “la Repubblica” Mario Calabresi e del direttore che gli subentra Carlo Verdelli sul giornale del 19 e 20 febbraio scorso.
Tre le priorità a livello planetario vi è ormai quella di una più equa ripartizione della ricchezza prodotta, tra quanti hanno contribuito a realizzarla ed i meno favoriti; si tratti di pecunia e/o di opportunità che attraverso il lavoro consentono di migliorare la propria condizione personale e familiare di vita.
Dalla buona riuscita di questa operazione dipenderebbe addirittura la pace sociale nei singoli Stati e la pace tra gli Stati stessi.
Ne tratta Thomas Piketty su “la Repubblica” del 19 febbraio scorso rifacendosi alla proposta della senatrice democratica statunitense Elizabeth Warren che insegna diritto all'università di Harvard, di introdurre nell'ordinamento una imposta patrimoniale progressiva del 3-4% sulle grandi ricchezze. Tenendo conto che negli Stati Uniti c'è già una tassa di successione che incide per il 70% sui patrimoni ingenti.
La totalità del gettito che consegue sarebbe destinato a ridurre le disuguaglianze che sono cresciute negli ultimi 40 anni negli Stati Uniti come in altri Stati democratici con economie di mercato, avendone beneficiato un'alta percentuale di già benestanti a scapito della maggioranza della popolazione rimasta a stecchetto o quasi.
La senatrice proponente e gli esperti con cui sta collaborando ritengono che a beneficiarne indirettamente sarà l'intera società perchè l'aumento del denaro in circolazione è di stimolo per l'economia.
Si lavora perché la proposta assuma il centro del dibattito non solo negli Stati Uniti.
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