Che ci stanno a fare qui gli ormai ultra ottantacinquenni; cosa s'aspettano i sotto trentenni finiti gli studi possibili o ripromessi e/o fatta qualche esperienza di lavoro che non li ha convinti?
D'acchito la risposta potrebbe essere: per ragionarci partendo dalle esigenze, aspirazioni, visioni dei giovani e dall’esperienza di chi sta vivendo assai.
Tenendo anche conto della “dittatura” esercitata dai proprietari della tecnologia informatica più avanzata, i quali fanno il bello ed il brutto tempo: o ci stai o sei fuori, senza dire da che cosa[1].
Tagliati fuori da un certo tipo di sviluppo quanti chiedono perché e per cosa, anziani in primis la cui esperienza viene forse considerata obsoleta, per cui “non fare se prima non hai pensato” viene sostituita da “se funziona va bene e non chiedere altro”.
Dissociando pensare e fare con conseguenze negative di cui si stanno avvertendo i sintomi.
Iperconnessi i giovani: basta uno smartphone per collegarsi col Mondo e sapere tutto; dopo di che non si sa che fare di questa enorme quantità di notizie e informazioni se non ci si pone delle domande.
Come l'orario ferroviario sul tabellone luminoso di una grande stazione ripartito in due pagine che si susseguono ad un ritmo che non consente di leggerle tutte in una sola schermata.
Non viene lasciato il tempo per riflettere; spesso in modo più subdolo si dirotta l'attenzione verso cose che non interessano o che possono addirittura nuocere.
A questo punto si è già giunti in basso nella scala gerarchica della “dittatura” in cui l'atteggiamento servile si accontenta di uno zero virgola del potere che il “dittatore” concede, ma che nemmeno lui conosce, non potendo prevedere gli esiti dei suoi comportamenti, soggetti alla sola verifica che “se funziona va bene” s'intende per lui.
Quindi il “che fare” senza soggiacere non può prescindere da un comportamento esistenziale personale che utilizza criticamente quanto viene proposto, pensando e ragionando.
Tra giovani ed anziani soprattutto, come in tutto il Mondo fanno già le innumerevoli persone che si ispirano alla sedicenne Greta Thunberg, che ha deciso di occuparsene dandosi delle priorità.
[1] Tecnologie che contemporaneamente abilitano immense possibilità perché “è nel collettivo che l’uomo trova la sua cifra più autentica e letteralmente unica” (Boncinelli, E., Noi siamo cultura, RCS, Milano, 2015, p. 19) [N.d.R.]
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