In vista delle elezioni europee del 26 maggio prossimo diamo un'occhiata a chi ha guadagnato dall'euro moneta unica da circa 20 anni nell'Unione Europea. E se con essa si è realizzata maggiore giustizia sociale, cioè se più persone, famiglie ed imprese vivono meglio di prima.
Per ragionarci utilizzo un'analisi promossa e pubblicata da "Affari & Finanza" allegata a "la Repubblica" del 29.4.19, alcune riflessioni sulle elezioni politiche svoltesi in Spagna domenica 29.4, nonché l'editoriale di Gad Lerner su "la Repubblica" del 30.4.19.
In Spagna ha vinto il Partito Socialista del segretario Sánchez con circa il 30% dei voti ed è andato a votare oltre il 75% degli aventi diritto. L'ultradestra è entrata in Parlamento con meno eletti rispetto a pronostici e previsioni.
Per raggiungere una maggioranza in grado di governare occorre realizzare intese con altre forze politiche che convengano con la coraggiosa lungimirante visione del Partito Socialista di attenzione alle realtà basche e catalane, di solidarietà e giustizia sociale, nell'Unione Europea, aperta a nuovi protagonismi nel mondo globale, valorizzando differenze e qualità degli apporti al progetto comune di sviluppo in divenire.
I risultati delle prossime elezioni europee potranno essere positivamente influenzate da quanto è avvenuto in Spagna ed avere un qualche peso sugli esiti ultimi cui lì si perverrà.
Circa chi s'è avvantaggiato nei vent'anni dell'euro moneta unica in Europa, azzardo.
La stabilità monetaria tra gli Stati che l'anno adottata, in Europa e nel Mondo è un fatto positivo per tutti. Scarsa considerazione ha nutrito invece l'Unione nella capacità degli Stati membri di operare come Continente nel Mondo globale.
Poco s'è fatto perché la molteplicità dei modi di lavorare siano riconosciute, disciplinate e valorizzate come insostituibile espressione umana dell'irripetibilità di ogni persona.
Non dimenticando mai che sul lavoro è fondata la nostra Repubblica Democratica, una specificità, un diritto-dovere che compete a tutti confermare e consolidare, ma in "primis" a quanti hanno responsabilità istituzionali. Quindi lavoro ed ancora lavoro degno di questa nobile definizione per tutti quanti chiedono di poterne disporre!
Il problema migranti è stato sottovalutato e lasciato in carico agli Stati cui essi giungono; mentre si tratta di un processo epocale e perdurante da prevedere e gestire a livello europeo.
Il tessuto delle piccole e medie imprese ricchezza e vitalità dell'Italia, richiede attenzioni che consentano di distinguersi e caratterizzarsi come "made in Italy" che fa la differenza. Quindi formalità e burocrazia intese come servizio a loro, efficienti ed essenziali, disponibilità di credito a condizioni eque, opportunità di relazioni.
Infine i candidati alle elezioni, a tutte le elezioni, devono essere ineccepibili: capacità, onestà, generosità, senso di responsabilità, dedizione, piacere di fare bene quanto si è candidati a fare.
Ma lo devono essere in particolare per le elezioni europee più "distanti" di quelle nazionali ed anche più impegnative da capire e svolgervi i relativi compiti.
Quindi gli eletti devono dare conto agli elettori del loro operato nei modi e forme agili, comprensibili e utili per entrambi.
Mai avulsi gli eletti rispetto al contesto che li ha espressi da cui, anzi, possono continuare a trarre input utili nel corso del mandato.
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