La ricerca è articolata in otto capitoli e c’è quanto serve per capire com’è l’Astigiano oggi, con le sue inadeguatezze, le potenzialità, gli sviluppi possibili. Ci sono idee su come fare per suscitare altre idee, capaci di aprire prospettive nuove, coi giovani che premono per fare la loro parte.
Gli immigrati suppliscono al calo demografico ed aiutano l’economia proponendosi dove c’è bisogno, anche facendo impresa.
Per vivere, decidere e lavorare meglio tutti occorre saperne di più, iniziando da piccoli e disponendo dei servizi necessari. Recuperando da adulti l’eventuale “gap”accumulato.
Mettere a profitto il prolungamento della vita media, operando affinché sia di qualità e continui ad avere senso.
S’avverte l’importanza strategica dell’integrità del patrimonio ambientale e degli elementi naturali (acqua, aria, suolo), nonché dell’adeguamento dei servizi informatici esistenti sul territorio.
La ricerca può intendersi come strumento che opera “in progress”, cioè assume ed elabora i contributi che essa stessa sollecita. Cosicché i cittadini che vi pongono mano diventano fautori di sviluppo.
Infatti il suo scopo dichiarato è “suscitare una riflessione che coinvolga amministratori locali, imprenditori, professionisti, ma anche operatori sociali e culturali e cittadini vecchi e nuovi. Tutti coloro che con il loro agire quotidiano costruiscono la società astigiana di domani [….]. Se questo libretto (ndr, la ricerca) passasse di mano in mano e suscitasse altre discussioni, oltre a quelle che hanno animato il gruppo che lo ha realizzato, potrebbe forse rendere un servizio utile al futuro di Asti”. La ricerca è disponibile alla URL http://www.frame.corep.it/ric_osservatorio_Asti.html.
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