30 giu 2011

Menare il can per l'aia

Al punto in cui siamo, o il governo di centrodestra riesce a fare le cose che non ha fatto finora, altrimenti dovrà passar la mano. E le cose da fare sono contenute nei severi richiami che da tempo le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori indirizzano al governo. Desumibili dagli esiti delle recenti elezioni amministrative e del referendum. Presenti nelle riserve espresse dalle agenzie di rating: concomitanza di rilevante debito pubblico (120% del Pil), deficit di bilancio (ben oltre l’ammesso 3% del Pil), inadeguato incremento del Pil (intorno all’1%). Evidenti negli atteggiamenti dei mercati sul “chi vive”, pronti cioè ad approfittare cinicamente, senza alcun ritegno di ulteriori segnali di debolezza del nostro sistema-Paese.

Eccole queste cose, in sintesi e per quanto se ne sa:

-  recupero di almeno 45 miliardi di euro con risparmi sulla spesa (meno auto blu governative e più piccole; meno rimborsi ai partiti; ma anche aumenti dell’età pensionabile per le donne e tagli agli stipendi più alti dei dipendenti pubblici), e incremento delle entrate (attingendo dai proventi di attività finanziarie speculative, senza toccare le tasse sugli interessi dei titoli di Stato: bot, btp, cct; aumento – forse – dell’ Iva, dei tickets sanitari e del bollo dei Suv; prelevando qualcosa dalle pensioni superiori a otto volte il minimo), lasciando indenni i cespiti che potrebbero alimentare l’inflazione;

-  provvidenze per imprese e lavoratori e aiuti a cittadini e famiglie in difficoltà;

-  ogni altro provvedimento atto a rilanciare l’economia e la produzione di beni per il mercato interno e l’esportazione, recuperare posti di lavoro perduti e creare le condizioni per realizzarne di nuovi.

I tempi per affrontare il tutto sono stretti e le sequenze per arrivarci ineludibili. Fin dall’inizio e strada facendo si capirà che aria tira e se ci saranno le condizioni perché il parlamento licenzi una manovra giusta, equa, efficace; senza “furbate”, come tenere la mano leggera adesso e scaricare il peso maggiore sugli anni a venire, in cui si pensa saranno altri a doversene occupare.

In definitiva gli scenari possibili sono:

-  il governo tiene il passo, decide quanto sopra delineato, ottiene l’approvazione parlamentare e ne avvia la realizzazione, quindi la legislatura prosegue;

-  oppure non ce la fa, ma in Parlamento si manifesta una nuova maggioranza, capace di esprimere un governo che si assuma l’incombenza e fors’anche quella di approvare una nuova legge elettorale;

-  altrimenti si andrà alle elezioni anticipate, auspicabilmente prima possibile.

Decisioni importanti, certo, ma non drammatiche, purché non si “meni il can per l’aia”.

 

 

 

 

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