Al punto in cui siamo, o il governo di centrodestra riesce a fare le cose che non ha fatto finora, altrimenti dovrà passar
Eccole queste cose, in sintesi e per quanto se ne sa:
- recupero di almeno 45 miliardi di euro con risparmi sulla spesa (meno auto blu governative e più piccole; meno rimborsi ai partiti; ma anche aumenti dell’età pensionabile per le donne e tagli agli stipendi più alti dei dipendenti pubblici), e incremento delle entrate (attingendo dai proventi di attività finanziarie speculative, senza toccare le tasse sugli interessi dei titoli di Stato: bot, btp, cct; aumento – forse – dell’ Iva, dei tickets sanitari e del bollo dei Suv; prelevando qualcosa dalle pensioni superiori a otto volte il minimo), lasciando indenni i cespiti che potrebbero alimentare l’inflazione;
- provvidenze per imprese e lavoratori e aiuti a cittadini e famiglie in difficoltà;
- ogni altro provvedimento atto a rilanciare l’economia e la produzione di beni per il mercato interno e l’esportazione, recuperare posti di lavoro perduti e creare le condizioni per realizzarne di nuovi.
I tempi per affrontare il tutto sono stretti e le sequenze per arrivarci ineludibili. Fin dall’inizio e strada facendo si capirà che aria tira e se ci saranno le condizioni perché il parlamento licenzi una manovra giusta, equa, efficace; senza “furbate”, come tenere la mano leggera adesso e scaricare il peso maggiore sugli anni a venire, in cui si pensa saranno altri a doversene occupare.
In definitiva gli scenari possibili sono:
- il governo tiene il passo, decide quanto sopra delineato, ottiene l’approvazione parlamentare e ne avvia la realizzazione, quindi la legislatura prosegue;
- oppure non ce la fa, ma in Parlamento si manifesta una nuova maggioranza, capace di esprimere un governo che si assuma l’incombenza e fors’anche quella di approvare una nuova legge elettorale;
- altrimenti si andrà alle elezioni anticipate, auspicabilmente prima possibile.
Decisioni importanti, certo, ma non drammatiche, purché non si “meni il can per l’aia”.
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