12 set 2011

Un passo indietro

Il recente sciopero generale indetto dalla Cgil ha riscosso un’adesione superiore agli iscritti e simpatizzanti di questo sindacato. Perché gli argomenti che lo hanno motivato (togliere l’art. 8 della “manovra”, che permette di licenziare stabilendolo nei contratti aziendali, in deroga allo “Statuto dei Lavoratori” ed altro), toccano da vicino l’Italia che lavora, o che vorrebbe lavorare se il lavoro ci fosse. Ormai è chiaro che quando usciremo dalla crisi in cui siamo impantanati, il lavoro perso non sarà recuperato, perché il mercato lasciato a se stesso non si propone di farlo, né lo farà. Infatti la minoranza che detiene la stragrande quantità di capitali, frutto del lavoro di tutti, continuerà ad utilizzarli a proprio vantaggio. Così però non può continuare. Né si può pensare di tenere ulteriormente a bada con chiacchiere la moltitudine di giovani istruiti e preparati, che rivendicano di potersela giocare alla pari, dopodiché “chi ha più filo farà più tela”.

Rispetto a queste priorità la “manovra” del governo di centrodestra nulla dispone, mentre la sua credibilità e fiducia in continuo calo stanno aggravando i nostri mali, anziché rappresentare la medicina che aiuta a guarirli.

Da qui le esortazioni, sempre più pressanti e trasversali alle forze politiche, al presidente del consiglio che faccia un passo indietro (vedi Zapatero in Spagna), lasciando spazio ad un nuovo governo di provata competenza, autorevolezza e fiducia, che avvii il risanamento, promuovendo lavoro e sviluppo e ci porti alle prossime elezioni con una nuova legge elettorale, che consenta agli elettori la libera scelta di candidati che li rappresentino.

Bandisca piccinerie domestiche che fanno litigare tra loro chi sta peggio, cioè le vittime principali del pesante stato di cose. Costruisca reti di sostegno concrete e responsabili perché nessuno resti solo in balia degli eventi, per uscirne in piedi, insieme, più consapevoli e determinati.

Confermati nella capacità di saper badare a noi stessi e di poter fare la nostra parte nella costruzione di uno sviluppo sostenibile e di qualità, esteso e solidale in Europa e nel Mondo.

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.