In Europa – ma anche in Italia – per lavorare in Parlamento bisogna fare parte di uno dei Gruppi nei quali esso è articolato. Per esempio Fi e Ncd sono nel Gruppo Popolari (PPE) e il Partito democratico nel Gruppo Socialisti e Democratici (PSE).
O costituire un nuovo Gruppo con almeno 25 deputati provenienti da almeno da 7 Stati diversi.
Questo problema si pone per il M5S e la Lega, che pare siano orientati a risolverlo così.
Il M5S si è messo con l’UKIP di Nigel Farage, destra nazionalista inglese, i cui voti hanno superato in un solo colpo quelli dei conservatori al governo e dei laburisti; adesso devono trovare almeno altri 5 partiti di altrettanti Paesi diversi per costruire un nuovo Gruppo.
La Lega è andata con il Fronte nazionale della signora Le Pen, ed anche loro devono trovare altri 5 partiti per dare vita a un nuovo Gruppo.
L’obiettivo pare più a portata di mano per il Fn-Lega e un po’ meno per l’UKIP-M5S; quest’ultimo ha già dichiarato che sarà la rete, cioè un clic sulla tastiera del computer, a decidere.
Per quanto conta sono dell’idea che una quadra riusciranno a trovarla ed i 2 nuovi gruppi si costituiranno.
Ora una domanda sorge spontanea: per fare cosa?
Entrambi i gruppi sono su posizioni molto critiche per quanto concerne le politiche dell’Unione e mettono in forse la sua stessa esistenza, compresa la moneta comune; di ciò non hanno fatto mistero, anzi l’hanno sbandierato prendendo voti anche per questo.
Andando un po’ di grosso si può perfino pensare che Farage ultraconservatore, ritenga Marine Le Pen venata di fascismo e pertanto non gradita.
Mentre Grillo come sappiamo si barcamena tra il giullare ed il politico, e non si sa bene quali delle due figure incarni quando s’esprime.
Quasi sconosciuti i 17 europarlamentari eletti che si sono visti recentemente con Casaleggio nel suo ufficio di Milano.
Il Movimento nel suo insieme sembra patire le cose che gli passano sotto il naso senza poter capire.
Per ora Salvini va dritto convinto e un po’ a rimorchio della signora Le Pen, che sta già spendendo a casa propria l’ottimo risultato europeo per mettere in difficoltà Hollande.
Il Partito Democratico è in stato di grazia con riconoscimenti da tutte le parti, che valorizzano l’attività del governo nel suo insieme, e lo spronano a proseguire nella promozione di lavoro e sviluppo nuovo, aiutando chi è in difficoltà, nelle riforme istituzionali e per l’efficienza dello Stato e dei servizi di competenza, snellendo e migliorandone la qualità. Impegnandosi affinché l’Europa premi quanti operano in questo modo, e si organizzi per stare alla pari tra i protagonisti nel mondo globale.
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