Chi è senza peccato scagli la prima pietra (Vangelo secondo Giovanni; 8,7).
Dopo gli stress test (verifiche) effettuati dalla Bce (Banca centrale europea) a seguito dei quali le banche italiane Montepaschi e Carige sono state bocciate e devono ricapitalizzarsi, si ricorda che il nostro sistema bancario ha retto nella crisi con l’aiuto dello Stato di soli 4 miliardi di euro, mentre la Germania ha elargito 250 miliardi alle banche nazionali per evitare che alcune fallissero.
Senza contare la consistente quantità di risorse che lo Stato ha messo a disposizione come garanzie bancarie.
Pare che tutto ciò non sia stato sufficiente se tra gli esperti c’è chi ritiene che alcune banche tedesche siano tuttora in difficoltà a causa di speculazioni sui derivati (titoli a garanzia) ad alto rischio.
Anche la Bce avrebbe privilegiato il salvataggio di banche dell’eurozona, destinando solo gli spiccioli agli interventi di contrasto della disoccupazione generale e giovanile in particolare.
Ambienti istituzionali dell’Unione Europea ammettono che se l’impegno profuso per salvare le banche fosse replicato per ottenere ripresa economica e sviluppo nuovo facendo perno sul rilancio dell’occupazione, la crisi potrebbe essere superata senza ulteriori sofferenze, specie per cittadini e famiglie con soli redditi di lavoro e imprese cui manca il credito.
Evitando rischi per la stessa tenuta dell’indispensabile solidarietà e coesione sociale nei singoli Stati e tra di essi nella stessa Unione Europea.
È quindi questa la strada da battere attribuendo carattere di assoluta priorità come pare stia facendo l’Italia, non lesinando paziente determinazione, impegno ed energie per conseguire prima possibile risultati tangibili.
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