20 nov 2014

Lavorare tutti meno e meglio.

È noto che la natura cambia e migliora provando e riprovando, con metodo e nel tempo.

Così fanno anche gli umani ma in modo più opportunistico.

Infatti se ne sentono, leggono e vedono di tutti i colori: è la libera circolazione di ciò che si sa, grezzo così come viene; e se non vi piace non so cosa farci, dicono.

Fare la tara per utilizzare ciò che serve compete ad ognuno, ma proprio semplice non è.

Vengono meno alcune certezze, prevale la sorpresa, il lì per lì.

Paiono schiudersi più possibilità, in realtà ad aumentare sono i dubbi.

L’essere umano è sottoposto a tensioni inusuali, eccessive, al limite ed oltre.

A questo modo di essere si attribuisce addirittura la ricomparsa di patologie già vinte, e il manifestarsi di nuove rispetto alle quali il sistema immunitario andrebbe coinvolto ad hoc perché possa rispondervi efficacemente.

Cervello e mente sono gli organi con i più ampi margini di utilizzo, ma i tempi di adattamento si dilatano dovendo tenere conto della delicatezza delle funzioni svolte.

Difendersi rifiutando il confronto è anacronistico, forse inutile o non possibile.

Assumere tutto e farci i conti, supera  la capacità media delle persone che vivono questo nostro tempo.

Ricuperare il concetto di libertà propria che trova il suo limite nel rispetto di quella altrui, e ridefinirlo alla luce di quanto precede potrebbe aiutare.

Tutelare la privatezza da indebite intrusioni consentirebbe di allentare le tensioni.

Lavorare tutti meno e meglio, rafforzerebbe l’autostima inducendo a rappresentare e comunicare se stessi con idee, pensieri, comportamenti e personalità più compiuti ed efficaci.

Nell’immediato quanti se la sentono possono farsi carico di ciò che c’è, limitatamente alle proprie capacità di metabolizzarlo e comunicarlo migliorato e normalmente fruibile.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.