25 mag 2013

Crescita responsabile, sviluppo senza limiti e visione strategica.

Possiamo convenire che la “crescita” riguardi la quantità e lo “sviluppo” la qualità, e che per “visione strategica” si intenda la previsione di relazioni, implicanze, interazione, di ciò che si ha in animo di fare, rispetto al contesto, cioè con quanto già c’è.

E che l’operare di ciascuno di noi e delle comunità ai vari livelli – dal piccolo Comune al Mondo – abbia come scopo essenziale di vivere in pace per realizzare se stessi avendo di mira la felicità.

Ne discende che la crescita dei consumi di beni limitati (es. minerali) deve fare i conti con la loro finitezza; ovvero coi modi e cicli per reintegrarsi se riproducibili (es. aria); oppure con la loro unicità (es. acqua, suolo).

Mentre lo sviluppo qualitativo non ha limiti avendo a che fare con l’immaterialità, come la mente, la cui potenzialità tende all’infinito e trova il suo limite nella durata della vita.

Circa la “visione strategica” si tratta della progettualità, cioè della capacità di prevedere gli effetti e le conseguenze nel tempo degli atti e fatti che s’intende porre in essere. E tenerne conto.

Quindi crescita responsabile, sviluppo senza limiti e visione strategica, sono concetti per ottimizzare scelte, decisioni, comportamenti.

Se già adesso, solo facendo meglio ciò che si fa, è possibile evitare lo sciupio del 25-30% di cibo nei Paesi sviluppati a favore di quanti non ne hanno a sufficienza, figuriamoci quale straordinaria occasione di sviluppo può rappresentare una migliore, più diffusa e consapevole elaborazione concettuale e le sue concrete applicazioni!

Nell’attuale impegnativa fase di transizione verso un corso nuovo dell’economia e della finanza, ricondotte alla loro “naturale” funzione di supporto per realizzare con il lavoro migliori condizioni di vita per tutti.

 

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