10 mag 2013

Famiglia Italia.

Enrico Letta neopresidente del Consiglio dei ministri, e la figura del “buon padre di famiglia” com’è intesa dagli articoli 1176 – 1768 del Codice Civile vigente.

La famiglia Italia ha maturato nel corso del tempo un debito pari ormai al 130% del suo reddito annuo (Pil), ed è ora chiamata a ridurlo al di sotto del 100%, per affrancarsi dai pesanti interessi e dalle scorrerie speculative; contenendo altresì entro il 3% il rosso del proprio bilancio annuale.

Si tratta come sappiamo di una cura costosa (ogni punto vale 15 miliardi di euro), non breve (una quindicina di anni?) e impegnativa, nella quale va saggiamente contemperata la capacità di produrre reddito, cioè creare lavoro, con la sobrietà dei comportamenti e degli stili di vita.

Insieme all’equa distribuzione degli oneri che essa comporta, affinché tutti si dispongano a dare il meglio di sé ed a ricevere quanto occorre per farvi fronte.

Mettere a punto le condizioni perché ciò avvenga tocca al governo ed a chi lo guida.

Vi è impegnata direttamente la famiglia Italia d’intesa con l’Unione Europea che soprintende, avvalendosi possibilmente anche di sue provvidenze.

Il piglio ed i primi passi concreti di Enrico Letta e del suo governo, corrispondono al comportamento del “buon padre di famiglia”, che si preoccupa innanzitutto di tenere uniti i suoi membri con concrete iniziative di solidarietà ed equità, facendo in modo che le differenze tra loro stimolino il lavoro comune ed alimentino una sana competitività per raggiungere gli obiettivi che ci si dà.

Garantendo che dei benefici godranno tutti, tenendo conto dell’impegno profuso e dei risultati conseguiti, e che comunque nessuno sarà lasciato solo.

Consapevoli che la sfida è oggettiva, cioè nelle cose, quindi non rinviabile, e che a fare la differenza sarà la qualità di quanto sapremo produrre.

Puntando su noi stessi e sulle peculiarità che ci caratterizzano; gusto, versatilità, socialità, capacità di dare il meglio nelle situazioni difficili, disponibilità dei giovani a giocarsela, sobrietà, imprenditività, laboriosità.

Enrico Letta e il suo governo sanno che tutto questo va sostenuto e valorizzato.

E che ce n’è a sufficienza per farcela.

 

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