Le mie impressioni sulla due giorni a Torino di Papa Francesco (domenica e lunedì 21-22 giugno scorso).
Il Papa si comporta così perché è il suo modo consueto e naturale, che il ruolo di successore di Pietro non ha modificato ma semmai posto in ulteriore rilievo.
Affabile, alla mano , generosamente disponibile, paziente sacerdote e pastore; primo per responsabilità alla pari come umanità.
Quanto occorre di forma, rigoroso nella sostanza.
Si avverte che tutto in lui e di lui è in equilibrio; comunica offrendo a tutti l'opportunità di coglierlo secondo le capacità e sensibilità di ognuno.
La chiesa nella sua espressione più desiderata di madre nella quale riporre tutto se stessi, certi che da parte sua s'otterrà il meglio per vivere qui ed ora.
Il richiamo e l'esempio a fare quanto è storicamente possibile in coerenza con valori e fede professata per inverarli nella vita quotidiana.
Prioritaria concreta attenzione per situazioni e luoghi in cui le persone sono in difficoltà e/o soffrono (lavoro, salute, reclusi)
L'uscita dell'Enciclica “Laudato si'” ha aiutato a sviluppare temi anche inusuali come la responsabilità etica della buona conservazione del Pianeta di cui siamo ospiti.
L'incontro con la chiesa valdese e la frase: “Chiedo perdono per gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani che nella storia abbiamo avuto con voi” è un atto di contrizione, di rispetto e di amore universale.
L'attenzione ai giovani e l'invito ad utilizzare energie e talenti anche andando controcorrente.
L'amore, la misericordia, la coscienza capaci di fare la differenza.
Già il Gesù storico è un bel rovello; se poi s'aggiunge salvatore e messia con disarmante naturalezza e semplicità come fa Papa Francesco …
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