Cenni su Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) - nel sessantesimo della morte - che la "Garzantina" definisce: "geologo e paleontologo, gesuita. Pur non rinnegando la creazione cristiana del mondo, sostenne l'ammissibilità dell'evoluzione biologica, comprendendovi anche la specie umana".
Per quanto ne sappiamo finora il cosmo, l'universo è infinito. Cioè non ne conosciamo i limiti né la consistenza: ci arriva ancora la luce di stelle spente ormai da milioni di anni.
Succedono in continuazione fenomeni che fanno ritenere si tratti di un tutto in movimento, cioè non statico definito una volta per sempre.
E per quanto possano contare nel loro infinitamente piccolo, gli umani vi hanno parte con tutte le altre specie viventi.
Non è dato conoscere le cause di questi mutamenti ma si intuisce che non avvengono per caso, ma rispettano sostanzialmente l'equilibrio cosmico, universale.
Studiando e utilizzando strumenti sempre più sofisticati il genere umano acquisisce ulteriori conoscenze, anche viaggiando personalmente o inviando macchine e strumenti fin dove è capace di arrivare.
Siccome la sua ambizione è una molla potente che trova il limite solo nell'autodisciplina in vita e nella morte, è possibile, probabile che le scoperte continueranno confermando quanto già si sa o richiedendo aggiustamenti sulla base di nuove prove raggiunte.
D'altro canto non è proprio l'utilizzo dei talenti personali a fin di bene per sé e gli altri che si richiede ad ogni vivente umano, come ringraziamento imperituro per avere ricevuto in dono la vita?
Senza affievolire o porre in discussione la tensione di ciascuna persona pur umanamente limitata, finita, verso l'infinito cui di fatto aspira.
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